L’attesa è stata ampiamente soddisfatta: la Premier League ritorna con il suo massimo splendore grazie ad un Arsenal-Leicester decisamente all’altezza delle aspettative. Il batti e ribatti fra le due squadre conta ben 7 gol nell’arco dei novanta minuti ed alla fine sono i Gunners ad avere la meglio con un 4-3 in rimonta che si trasforma in un meraviglioso spot per la nuova stagione del massimo campionato inglese.
L’opera di Shakespeare, seppur travisata di significato, non poteva descrivere meglio il venerdì sera quasi da incubo di Craig Shakespeare che dopo aver ricoperto alla meraviglia il ruolo di trascinatore nella scorsa stagione, si ritrova a fare i conti con un campionato che comincia con il piede sbagliato. Gli occhi saranno tutti puntati sull’allenatore del Leicester che nel primo tempo sembrava ben consapevole dei suoi mezzi e capace di arginare un Arsenal sprecone, incapace di finalizzare il suo asfissiante possesso palla. Nella ripresa però la situazione si è capovolta: il 3-2 in favore delle Foxes si è ribaltato in un 4-3 per gli uomini di Wenger a cui gli ingressi di Ramsey e Giroud sembrano aver cambiato volto, nonostante una formazione che con lo sperimentale 3-4-2-1 sembra non spiccare il volo. Per non fallire già in partenza il Leicester avrà bisogno di lavorare molto sulla resistenza, anche se questo calcio d’agosto resta comunque da prendere con le pinze rispetto a ciò che vedremo durante l’arco di tutta la stagione.
Che il calciomercato non sia il piatto forte per l’Arsenal lo si era capito già diversi anni fa, quando dalle parti di Londra cominciavano ad arrivare giocatori normali a prezzi esorbitanti. Quest’anno però per i Gunners i rinforzi sono stati mirati e a far bene alla squadra ancora una volta è stato l’usato sicuro: il nuovo acquisto Lacazette apre le danze, i vecchi pilastri Ramsey e Giroud cambiano le sorti della partita mettendo un timbro importante per la vittoria. Che sia questa la chiave per Wenger? Forse fare affidamento sugli uomini d’esperienza non è una strategia così sbagliata, specie quando c’è bisogno di capovolgere una partita affidandosi a chi ha carisma da vendere, persino quando resta in panchina.
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