Il PSG ha vissuto una serata memorabile dopo il 2-1 contro l’Arsenal al Parco dei Principi nel ritorno della semifinale di Champions League. Dopo essersi qualificati per la seconda finale della competizione nella loro storia, i giocatori di Luis Enrique avranno l’opportunità, il 31 maggio a Monaco di Baviera, cinque anni dopo la prima occasione mancata proprio contro il Bayern Monaco, di concludere una stagione pressoché perfetta.
Al PSG hanno tutte le ragioni per credere nella vittoria, anche perché sarebbe la conclusione più logica di un torneo vissuto in crescendo. Dopo la vittoria iniziale (1-0) contro il Girona, il PSG ha inanellato una serie di batoste: i ko con Arsenal, (0-2), Atletico Madrid (1-2), Bayern Monaco (0-1) e il pareggio con il PSV (1-1). La squadra di Luis Enrique è andata molto vicina all’eliminazione prima di staccare il biglietto per i play-off conquistando il quindicesimo posto in classifica grazie alle vittorie contro Salisburgo (3-0), Manchester City (4-2) e Stoccarda (4-1).
La chiave è da ricercare nella vittoria contro il City, una sorta di liberazione, una molla emotiva che ha spinto al grande salto verso la conquista della finale. Da allora, non a caso, tutto si è messo in discesa: 10 – 0 al Brest, una impresa contro il Liverpool e poi il 5-4 contro l’Aston Villa, prima del 3-1 ai gunners.
Una rimonta che ha rafforzato convinzione, determinazione e autostima alimentata anche da una mentalità diversa. Senza Kylian Mbappé, il PSG, per una volta, è partito a fari spenti: una squadra giovane, una vera stella, ha comunque brillato in Europa. Merito da ascrivere al tanto e a lungo criticato Luis Enrique. Il tecnico asturiano, dal carattere piuttosto spigoloso, ha faticato a entrare in sintonia con l’ambiente.
La sua gestione, preso di mira dopo i primi risultati complicati all’inizio della stagione e alcuni episodi di tensione con i suoi giocatori, ha invece messo tutti sullo stesso piano e sintonizzati su un’unica lunghezza d’onda. Un lavoro certosino su uomini e mentalità, mirata a forgiare una cooperativa applicata al calcio. I tifosi hanno percepito il cambiamento e quando lo hanno accettato, si è creata una alchimia vista raramente a queste latitudini.
Il PSG si è creato anche attraverso acquisti mirati e immediatamente adattabili alle idee di calcio di Luis Enrique. Non a caso il club si è rafforzato in questo inverno sul mercato, prelevando Khvicha Kvaratskhelia dal Napoli. Sostenuta da un Gianluigi Donnarumma spesso decisivo , la squadra di Luis Enrique ha dominato anche il campionato.
Sicuri della vittoria del loro tredicesimo titolo di Ligue 1 dall’inizio di aprile e della vittoria contro l’Angers (1-0), i parigini hanno sfiorato il record di imbattibilità del Nantes e, per il momento, hanno perso solo due volte. Ci sono tutte le premesse, dunque per rendere indimenticabile una stagione già memorabile.
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