Roma troppo brutta, ma vera. “In una partita, buttato al ce$$o quaranta giorni di lavoro”. In poche parole Ivan Juric ha sintetizzato a modo suo ai microfoni di DAZN quanto accaduto al Franchi. Il tecnico affida il suo destino alla società. Non è una resa, ma un ko tecnico, nel senso più pieno del termine dopo un 5-1 che non ha bisogno di molti commenti.
Ivan Juric è suo malgrado al capolinea. La sua esperienza alla Roma, al netto delle scelte del club, si è di fatto chiusa nell’intervallo fra il primo e secondo tempo della sfida contro la Fiorentina, quando i “senatori” Mancini e Cristante non si sono presentati in panchina dopo la sostituzione. Un segnale di scollamento evidente che non è passato inosservato. Una ulteriore riprova che, seppur senza colpe specifiche, Juric sia l’uomo sbagliato al momento sbagliato. Non ha mai dato la sensazione di avere in pugno la squadra, non è mai riuscito ad adattarsi a una squadra inadatta alle sue idee di gioco. Legittimo, da parte sua, accettare la proposta e per giocarsi l’opportunità della vita. Altrettanto indiscutibile che non si sia rivelato il profilo adeguato. La voglia di ripartire c’è, ma resta da capire se la dirigenza abbia ancora voglia di portare avanti questo progetto.
Quanto accade alla Roma stupisce chi si stupisce. È figlio di scelte di pancia più che di programmazione. 100 milioni spesi per ritrovarsi peggio dello scorso anno. L’addio di Mourinho, ha lasciato in eredità delle macerie ricostruite solo in parte da Daniele De Rossi che non ha neanche iniziato, di fatto, il suo lavoro. Un triennale firmato in estate e cestinato in autunno, dopo un mercato schizofrenico. E così una squadra costruita per un tecnico con una idea di gioco diametralmente opposta a Juric è stata consegnata a un allenatore che ha un credo totalmente diverso. Inevitabile che queste premesse possano generare scosse telluriche, incertezze e disagio.
A conti fatti, l’unica certezza è che la Roma abbia un saldo negativo sia con De Rossi, sia con Juric.
La Roma ha 10 punti in classifica dopo 9 partite ma è anche una delle meno organizzate della serie A. La sensazione è che, al di là della sconfitta, ci si possa infilare in una spirale potenzialmente senza via d’uscita. Le prossime due partite contro Torino ed Hellas Verona rischiano di rendere drammatica, sportivamente parlando, la classifica di una squadra che, numeri alla mano, deve pensare a raggiungere presto e bene i 40 punti. 2 vittorie in nove partite di campionato rappresentano un campanello d’allarme da non ignorare.
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