L’assurdo trasferimento di Saman Ghoddos

Se la Francia è diventata campione del mondo, è grazie al suo collettivo. Per me Saman Ghoddos è soprattutto un giocatore dalla mentalità collettiva, e questo è quello che conta. Segna reti, ma aiuta con gli assists ed è in grado di ricoprire più posizioni offensive”. È con queste parole che il tecnico dell’Amiens, Christophe Pélissier, ha presentato il fiore all’occhiello della campagna di trasferimenti bianconera, allestita in vista della prima stagione in Ligue 1 della storia del club. Per tentare di restarvici, è arrivato Ghoddos dall’Östersunds FK per 4 milioni di euro, uno che di prime stagioni nella massima serie se ne intende (nel 2016 arrivò ai bianconeri proprio quando l’ÖFK doveva disputare la prima partita in Allsvenskan: anche allora segnò all’esordio). “L’Amiens è un club perfetto, fisicamente sono al top perché ho giocato tutta la stagione nel campionato svedese. Sono venuto qui per vincere, perché il club mi voleva e l’offerta era la migliore, non vedo l’ora di dimostrare quello che valgo”. Parole d’obbligo, per l’iraniano, che dopo il Mondiale ha avuto tempo per salutare il Norrland con le ultime prestazioni eccellenti prima di salpare per la Francia.

Il trasferimento di Saman Ghoddos ha però subito una serie di scossoni abbastanza assurdi. E no, non si tratta del Celta Vigo che in inverno aveva provato a strappare l’attaccante numero 93 dall’Allsvenskan, né tantomeno dei tanti interessi che l’iraniano vantava dalla Francia (Bordeaux su tutti) e dalla Premier League (Leicester, WBA e West Ham). Il caso Ghoddos è cominciato ufficialmente a inizio agosto, quando ormai Östersund s’era rassegnata alla sua partenza e attendeva solo di sapere quale sarebbe stata la prossima destinazione della sua stella. Fu allora che un tale Quique Pina, spacciandosi per l’agente di Saman, rivelò che il calciatore aveva firmato un contratto offertogli dall’Huesca. Dichiarazioni che non erano piaciute al presidente dell’Östersunds FK, Daniel Kindberg, che rispose: “Non è assolutamente vero, aveva il permesso di andare in Spagna ma non di firmare. Non ho idea di chi sia quell’agente, ora Ghoddos tornerà in Svezia”. Il calciatore aveva confermato la tesi sostenuta da Kindberg, ammettendo di essersi recato in Spagna solo ed esclusivamente per familiarizzare con l’ambiente, mentre qualche giorno dopo avrebbe spiegato: Abbiamo accettato un’offerta dalla Francia, è quella del Rennes. Sono molto felice, è una grande squadra, Kindberg ha accettato la proposta e ora tocca a me”. Tutto era fatto, e il quotidiano transalpino L’Équipe già parlava di cifre: 3,5 milioni di euro, 36 di SEK, con l’ÖFK che avrebbe poi ottenuto il 20% su una futura rivendita del calciatore.

Il problema è che Quique Pina aveva pubblicato su Instagram un post, poi rimosso, in cui si vedeva chiaramente che Ghoddos aveva firmato un contratto. A quel punto dall’Aragona è scoppiato il putiferio e l’Huesca ha minacciato di rivolgersi alla FIFA per invalidare il trasferimento di Ghoddos, facendo capo alle parole del ds Emilio Vega: “Ha svolto le visite mediche e firmato, in condizioni normali sarebbe già qui”. Così il Rennes impaurito si tirava prontamente fuori dalla trattativa e di fatto mollava la pista Ghoddos. “Gli svedesi si rendono conto che Saman può solo venire da noi” rincarava la dose il presidente del club, José María Martín Otín. La risposta di Kindberg non è stata troppo distensiva (“L’Huesca dice solo cose false”) e il clima s’è teso ulteriormente. Nella corsa a Ghoddos s’è dunque inserito l’Amiens, e oltre al presidente Bernard Joannin le conferme dell’esistenza di contatti arrivavano pure da un nuovo agente dell’iraniano, Nenad Lukic. E da Kindberg: Alla fine ha scelto Amiens, ha deciso col cuore. C’erano offerte molto più attraenti, ma resta comunque il terzo più grande trasferimento dalla Svezia. Dopo Isak e Ibrahimović.

“La Fifa è responsabile delle transizioni internazionali e l’Amiens deve scoprire rapidamente se può giocare in Ligue 1 o no”, scriveva preoccupata L’Équipe, anche se alla fine Ghoddos s’è comunque trasferito in Francia: “L’ÖFK non ha solo messo il meglio di se stesso, ma Kindberg ha anche pensato a me. La risposta del presidente: “Abbiamo ricevuto offerte da un totale di quattro club disposti a pagare un sacco di soldi, pure più di quanto è stato speso per Isak“. E in effetti dalla Cina s’era mosso qualcosa, ma Ghoddos aveva immediatamente rifiutato: “Il denaro è importante, ma non abbastanza da allontanarmi a quello che ho deciso quando ero giovane, non andrò lì”. Messa per ora la parola fine su una situazione a dir poco stressante, Saman Ghoddos ha esordito con gol in Ligue 1. Chissà però come finirà la querelle, visto che la FIFA non s’è ancora pronunciata e l’Huesca pare spazientito.

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