Follia di Theo Hernandez. Il Milan esce dalla Champions League, eliminato dal Feyenoord: gli olandesi, complice l’espulsione del francese per doppia ammonizione, escono imbattuti da San Siro. 1-1 e addio sogni per i rossoneri, traditi dal suo calciatore più importante.
Un doppio suicidio, quello dei rossoneri: due espulsioni sono costate prima la “retrocessione” ai play off e poi l’eliminazione dalla competizione. Quella di Hernandez è difficilmente perdonabile. Il Milan era andato avanti dopo 40 secondi di gioco grazie al gol di Jimenez e gli olandesi erano all’angolo. Il francese ha rimesso in piedi la partita e la qualificazione del Feyenoord cercando quasi scientificamente l’espulsione. A questi livelli non si può essere così superficiali da pendere il primo giallo per un fallo commesso a quaranta metri dalla porta e il secondo per una simulazione. Parlare di ingenuità significa utilizzare un eufemismo: certe sciocchezze non sono tollerate, esattamente come l’atteggiamento di un calciatore apparso abulico ed estraneo alla squadra.
La notte con il Feyenoord è probabilmente il punto più basso dell’esperienza di Theo Hernandez al Milan ma anche la fotografia di una stagione nata male e proseguita peggio. Il ragazzo non ha mai trovato il giusto feeling con Fonseca, ma anche la gestione Conceiçao è stata caratterizzata da alti e bassi. L’esterno francese ha già accumulato due rossi, entrambi pesantissimi, in questa stagione. Il primo, nello scorso ottobre, contro la Fiorentina, quando ha contribuito al ko anche sbagliando un calcio di rigore. Contro il Feyenoord il francese ha proseguito nel suo percorso di indisciplina, ma la sensazione è che questa ci saranno conseguenze legate anche alla sua permanenza al Milan, ammesso e non concesso che, considerato gli atteggiamenti di questi mesi, Hernandez si senta ancora al centro del progetto rossonero.
Le prospettive sono quelle di un addio inevitabile nel prossimo giugno. Hernandez, già nell’ultimo periodo con Pioli, aveva manifestato apertamente il proprio disagio, ribadito nella sceneggiata all’Olimpico quando ha “disertato” (con Leao, altro elemento su cui sarà necessario ragionare seriamente un futuro in rossonero) il recap tattico di Fonseca durante il cooling break e poi con una serie di litigi e comportamenti poco professionali che hanno spinto l’ex tecnico portoghese a prendere provvedimenti sino a ritrovarsi da separati in casa. Ad aggiungere acredine, la richiesta di rinnovo del contratto a cifra altissime, (7 milioni di euro) neanche prese in considerazione dalla società. La sensazione è che lo strappo si sia consumato a prescindere, anche perché la ciliegina rossa su una torta rancida, prodotto di un rapporto ormai logoro non fa altro che accelerare il percorso di addio di Theo.
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