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Tra la guerra ed il Football: Harry Goslin

Nel giorno in cui va in scena la seconda semifinale della Nations League, la nazionale inglese scende in campo col più glorioso dei ricordi: il 6 giugno del 1944, l’Europa assisteva allo sbarco in Normandia, annoverato tra le tappe fondamentali per la conclusione del conflitto. Cosa, tutto ciò, abbia a che fare con l’Inghilterra calcistica, è possibile apprenderlo dall’esercito britannico: molti degli eroi che combatterono nella Seconda Guerra Mondiale provenivano da squadre di calcio anglosassoni risalenti all’anteguerra.

Fra questi, spicca certamente la figura di Harry Goslin, capitano del Bolton e difensore della nazionale inglese. Difficilmente apprezzabile visto il periodo povero di documenti e recensioni, si colloca comunque tra i più grandi calciatori inglesi antecedenti al conflitto, capace di mettere a segno 23 gol in 306 presenze ufficiali. A queste non si aggiungono quelle con la maglia della nazionale, per lo più indossata durante la guerra stessa, in scontri non ufficiali.

A distinguere Harry non fu solo la leadership nel rettangolo di gioco: il capitano dei Trotters spiccò anche sul campo di battaglia, ottenendo promozioni e riconoscimenti che in pochi calciatori potevano e possono vantare, nonostante i premi individuali si siano moltiplicati a dismisura nel calcio moderno.

Goslin fu fondamentale in varie campagne tanto quanto ebbe modo di esserlo sui campi di gioco: nemmeno la “guerra totale” fu in grado di tenerlo lontano dal calcio; un pallone continuamente rincorso, anche con la selezione calcistica dell’esercito in cui venne arruolato.

Fu l’unico dei calciatori del Bolton a perdere la vita durante il conflitto: si spense il 18 dicembre del ’43 dopo quattro giorni d’agonia, provocatagli dalla ravvicinata esplosione di una bomba. La sua squadra, la sua gente ed il suo popolo lo ricordano ancora, a 75 anni di distanza dallo sbarco in Normandia e a quasi 76 dalla sua morte, avvenuta in Italia, nella regione abruzzese.

Harry oggi si gode il più che meritato riposo nel Sangro River War Cemetery: un eroe, prima che un uomo ed un calciatore.

Luigi Romanelli

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