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Categories: Calcio

Da Romário e Ronaldo a Romero: la tradizione latinomericana del Psv

Nella settimana di Natale è stato ufficializzato il passaggio di Maximiliano Romero dal Velez al Psv: l’attaccante giunge in terra olandese è già disponibile per la ripresa dell’Eredivisie. Per i Boren, acquistare da campionati latinoamericani non è una novità e, la punta argentina, non è il prima ad approdare alla corte del club di Eindhoven: guardando al passato, hanno vestito la casacca biancorossa giocatori come Romário, Ronaldo, Alex, Farfan fino ad arrivare ai più recenti Lozano, Arias, Moreno e Guardado. Andiamo a ripercorrere questa tradizione che ha fatto la storia del club più titolato d’Olanda…

ROMARIO E RONALDO PER UN ATTACCO VERDEORO

Mentre, negli ultimi anni, l’attacco del Psv ha parlato solamente olandese, tra il 1988 e il 1994 il reparto offensivo ha avuto tra le sue file due dei più grandi brasiliani in circolazione e parliamo proprio di Romário e Ronaldo. O Baixinho, dopo essersi messo in mostra con il Vasco da Gama decise di emigrare in Europa per assaporare il calcio del vecchio continente e quale piazza migliore dell’Eredivisie per mettersi in mostra? In Olanda viene ingaggiato dal Psv e, nei 5 anni di permanenza, disputa 109 incontri mettendo a segno 98 reti che varranno 3 titoli, 2 coppe d’Olanda e una supercoppa olandese. La sua velocità, la straordinaria tecnica e il dribbling veloce e letale mettono in seria difficoltà le difese locali che non hanno mezzi sufficienti per arginare il suo talento. Su di lui si fiondano tutte le più grandi formazioni d’Europa e nel 1993 è il Barcellona ad aggiudicarselo. I Boren, orfani della loro punta di diamante, decidono di pescare nuovamente in Brasile per far sbocciare un talentuoso ragazzo in forza al Cruzeiro: stiamo parlando di Ronaldo Luís Nazário de Lima. Come il suo precedente connazionale, la stella verdeoro approfitta dell’occasione per giungere nel continente del grande calcio e non ci pensa due volte a firmare con il club di Eindhoven. Vola nei paesi bassi nel 1994 per rimanere fino al 1996. Un periodo più breve rispetto a Romário, ma non meno intenso: o Fenômeno scende in campo in 57 occasioni gonfiando la rete per 54 volte. La punta, veloce e con una visione del calcio mai vista, fa il buono e il cattivo tempo in campo e regala giocate e prestazioni di altissimo livello. Purtroppo non è il miglior momento del Psv che, con Ronaldo in rosa, vince solamente una Coppa d’Olanda, ma il ragazzo si aggiudica anche il Mondiale del ’94 negli Stati Uniti e il titolo di capocannoniere dell’Eredivisie, con 30 reti, nel 1994-1995. Arrivato per 6 milioni di dollari, viene ceduto nel 1996 al Barcellona per sostituire Romário al prezzo di 20 milioni.

FARFAN E ALEX FANNO TREMARE IL MILAN NEL 2005

Ci spostiamo in avanti con gli anni e voliamo nel 2004 quando in campo per i Boren ci sono Farfan e Alex. Il difensore, giunge proprio nel 2004 per disputare 84 partite e mettere a segno 11 gol. Il ragazzo era stato acquistato dal Chelsea, ma a causa di un infortunio viene girato in prestito in Olanda per 3 anni, per poter rinascere ed essere disponibile al 100% alla causa dei Blues. Discorso differente per il peruviano, acquistato dal Psv per 1,8 milioni e prelevato dall’Alianza Lima: come per i suoi predecessori brasiliani, la punta sceglie i Paesi Bassi per poter sfondare nel calcio europeo e, come Alex, firmerà per i biancorossi proprio nel 2004 regalando 57 realizzazioni in 4 anni e 118 presenze. I due latinoamericani furono protagonisti di uno dei più grandi Psv di sempre: nella loro bacheca giungeranno 3 titoli nazionali (4 per Farfan che rimarrà fino al 2008) e una Coppa d’Olanda insieme a una storica semifinale con il Milan, persa solamente per la regola del gol fuori casa. Infatti i rossoneri, guidati da Carlo Ancelotti, vincono per 2-0 a San Siro, ma soccombono per 3-1 al Philips Stadion, ma grazie alla marcatura di Ambrosini al 91′ riescono ad abbracciare una finale che si concluderà tragicamente contro il Liverpool di Benitez. I 90 minuti in Italia sono un vero incubo con Shevchenko e Tomasson che chiudono i conti con un pesante 2-0. In Olanda la musica cambia e i Boren si presentano molto più combattivi: prima Park J-Sung e poi Cocu, fanno tremare i rossoneri che si salveranno solo grazie ad Ambrosini: inutile il 3-1 siglato poco dopo nuovamente da Cocu. Grande prestazione per i biancorossi che non possono far altro che uscire a testa alta dopo essere sopravvissuti ad un girone con Arsenal, PSG e Panathinaikos ed aver eliminato successivamente Monaco e Lione.

GLI ULTIMI ANNI DEL PSV: DA MORENO A ROMERO

Nel ultimi anni, dal 2013 al 2016, si sono ritrovati nella stessa rosa il terzino Arias, il centrale Moreno e il centrocampista Guardado. Tutti e 3 hanno contributo alla vittoria di 2 titoli e 2 Supercoppe d’Olanda tra il 2015 e il 2016. Il colombiano Arias, classe ’92, è stato prelevato dallo Sporting Lisbona all’età di 21 anni per andare a coprire la fascia destra del Psv che aveva bisogno di nuovi prospetti. Il ragazzo impressiona subito per la tantissima forza, velocità e soprattutto resistenza che gli permettono di correre senza sosta fino al 90′. Il giocatore viene scelto da Cocu che lo schiera immediatamente titolare con 25 presenze e una realizzazione al suo primo anno in Eredivisie. In quell’anno venne fatto esordire anche in Europa League e in KNVB Beker: da quel momento in poi il suo ruolo da titolare non è stato più messo in discussione e la giovane promessa ha continuato a migliorarsi costantemente fino a guadagnare anche un posto nella sua nazionale con la sua prima presenza proprio nel 2013, l’anno del suo arrivo alla corte dei Boren. Sorte diversa per Moreno e Guardado giunti rispettivamente nel 2014 e 2015: il difensore è stato fondamentale nei meccanismi di Cocu visto che garantiva copertura, affidabilità e personalità da vero leader che gli hanno permesso di coordinare tutto il reparto. Bravo negli anticipi, recuperava palloni e di impostava per i compagni, per ripartenze veloci e spesso letali. Il centrocampista invece giunge proprio negli anni di massimo splendore del tecnico olandese: sotto la sua guida, Guardado inizia a gestire a pieno regime il centrocampo, spaziando dove meglio vuole. Il messicano eccelle nella fase di trequartista con spunti preziosissimi per i compagni d’attacco e con inserimenti letali che spesso non vengono seguiti dalle difese avversari. Una vera spina per qualunque rivale e con una tecnica che non si vede spesso in un centrocampista. Per lui poche realizzazioni, solo 4 in 80 presenze, ma una quantità spropositata di assist che ha permesso a De Jong di sfiorare per ben due volte la testa della classifica cannonieri.

Infine giungiamo al campionato corrente: dopo la grande esplosione, De Jong ha avuto un anno e mezzo di crisi, dove ha perso l’affinità del gol. Per sopperire a questa mancanza, il Psv ha deciso di acquistare Lozano dal Pachuca per scommettere sul miglior attaccante del campionato messicano. I risultati sono più rosei del previsto: la punta, dopo 18 giornate, mette a segno 11 reti, posizionandosi al primo posto della classifica marcatori condivisa con Berghuis del Feyenoord. La giovane stella, pagata 8 milioni, punta, dribbla, segna e incanta tutti i tifosi del Philips Stadion, mettendo in mostra tutte le sue qualità che hanno lasciato anche i più scettici a bocca aperta. Proprio grazie al suo apporto, il Psv è primo in classifica con ben 5 punti di vantaggio sull’Ajax. Per rafforzare ulteriormente il reparto offensivo, i Boren hanno deciso di prendere a gennaio l’argentino Romero, diciottenne del Velez. L’attaccante è stato pagato quasi 10 milioni per un contratto che lo legherà ai biancorossi fino al 2023: un gran bell’investimento che dimostra quanto la formazione olandese punti sui giovani e sulle promesse del calcio latinoamericano. Romero si presenta con un ottimo biglietto da visita e Cocu non lo relegherà in panchina, dandogli tutto lo spazio a sua disposizione: starà a lui dimostrare il suo valore, ma andando a spulciare nel passato, il Psv non può recriminare nulla a continente latino che è valso tanti titoli in bacheca.

Andrea Mariani

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