Delirio AEK: da 0-2 a 3-2, Lazaros imperatore e OlympiaKOs

E’ tutto racchiuso in un secondo, in un istante, in un’occasione da rete che sarebbe potuta miseramente svanire all’ultimo. Chi può dire che sarebbe successo se Livaja non avesse provato il dribbling su Diogo Figueiras o se il gesto tecnico non fosse andato a buon fine? Di certo il croato non avrebbe tentato il diagonale. E ancora, se quel diagonale fosse stato più strozzato, Kapino l’avrebbe bloccato? Era un tiro o un cross? Si era accorto, l’ex Atalanta, Empoli e Las Palmas, di Petros Mantalos che correva a tutta velocità verso il secondo palo? Non lo so. Quel che è certo, e i tifosi dell’AEK non potranno darmi contro, è che vincere così un derby al 90′ è favoloso. L’essenza di un derby teso, combattuto, incredibilmente sentito, pure a tratti violento, in campo (due espulsi, 8 ammoniti) e fuori (oltre 10′ di sospensione per via della cortina di fumogeni diffusasi dagli spalti), quella sta tutta nella volontà del numero 20 di portare quel pallone oltre la linea. Controlla con la coscia, quella sfera che rimane impigliata tra le gambe di Petros e non vuol saperne di entrare. Alla fine Mantalos usa le maniere forti e in qualche modo le fa varcare quella soglia, tra un gol e un non gol, tra un pari e una vittoria. Nulla ha potuto Elabdellaoui, sorpreso dalla grinta che il capitano dell’AEK aveva in corpo dopo 90′ di corsa. E invece eccolo, sbucare dietro il terzino norvegese dell’Olympiakos e segnare il 3-2 che ha fatto esplodere di gioia lo Spyros Louis.

Raccogliere i cocci – E’ stata fatale, la sconfitta, al tecnico biancorosso Besnik Hasi. Dopo un 2-0 diventato 2-3, dopo una vetta di Super League ora distante 5 lunghezze, dopo varie scelte impopolari (perché Fortounis e Djurdjevic fuori, ad esempio?) ecco che la dirigenza dell’Olympiakos ha messo alla porta il mister albanese. Dopo le recenti prove scialbe, contro Skoda Xanthi, Sporting Lisbona e Asteras Tripolis, ecco che già nella trasferta infrasettimanale di Champions League di Torino a far visita alla Juventus ci sarà un nuovo tecnico, che risponde al nome di Takis Lemonis. L’ultimo Olympiakos di Hasi ha sperimentato, lasciando fuori il numero 7 a favore di un mediano in più (Tachtsidis, con Odjidja-Ofoe avanzato sulla trequarti) e Emenike dal 1′ al posto del più quotato Djurdjevic, ma ha perso una partita che si era fatta tutto sommato agevole.

Vincere, con classe – Manolo ha preferito un 4-2-3-1 classico, preferendo la mobilità di Araujo a Livaja (l’argentino giocherà una partita abulica, assolutamente il peggiore in campo nei gialloneri) e piazzandogli l’ex Panathinaikos Klonaridis a sinistra e Lazaros a destra. In tutto questo l’AEK è passato sotto per via del gioco di prestigio di Marko Marin, tutto nato da una rimessa laterale battuta velocemente e dallo scavetto con cui il tedesco ha infilato Anestis con l’esterno. Dopo l’occasione capitata ad Araujo, scopertosi poco cinico, ecco che l’undici di Jiménez ha risalito la china in una maniera paurosa. Il forte Olympiakos è divenuto così mestamente passivo, lo Spyros Louis ha trascinato forzatamente una creatura che pareva in coma e all’improvviso si è risvegliata tornando più forte di prima dal sonno. Con Galanopoulos in campo, tutta un’altra storia: i biancorossi avrebbero avuto la chance di uccidere la partita, ma Anestis ha anestetizzato ogni conclusione ospite in modo quantomeno da impedire al passivo di allargarsi. Contenuti i danni, ecco il ribaltone. Ribaltone strano, perché dopo un primo tempo giocato male ecco una seconda frazione cominciata quasi paradossalmente peggio.

Ripresa continua – Quando si è fatta sotto la caparbietà, di un Odjidja-Ofoe abile a capitalizzare un’azione confusa in area giallonera, sembrava che lo 0-2 fosse una sentenza. Jiménez ha provato a far affondare Bakakis stoppato però da Kapino, poi Araujo ha confermato la poca concretezza sottoporta. Nel frattempo, il tecnico spagnolo gli aveva affiancato Livaja. L’Olympiakos, salvato da un paio di chances in cui Romao sarebbe potuto esser espulso, ha incassato poi la prima rete di un Lazaros Christodoulopoulos tenace ma aiutato dalla papera di un non irreprensibile Kapino. Hasi ha tolto Marin per sfruttare le folate di un fresco Sebá, mentre un nuovo protagonista si sarebbe poi preso i minuti successivi. Siamo in Grecia, no? Non avvertivate la mancanza di qualcosa, violenza, sospensioni di partite o roba simile? Eccola qui: i gas lacrimogeni utilizzati dalla polizia per far fronte agli scontri fuori dallo stadio hanno creato una cortina di fumo impossibile da evitare. Una fitta nebbia ha preso residenza nell’aria sovrastante lo Spyros Louis, impedendo il regolare corso della partita. Dieci minuti di interruzione, pausa ristoratrice per l’AEK, stop fatale per l’Olympiakos.

Rush conclusivo – Ricominciata la sfida, Hasi ha tolto prudentemente Romao per inserire il pari ruolo Zdjelar. Ma Araujo ha dato prova delle sue solite leggiadre sgroppate, è stato atterrato da media distanza e il pallone l’ha posizionato ancora Lazaros Christodoulopoulos. Non sarà magari Juninho Pernambucano, ma in quest’occasione la differenza non s’è vista troppo. E’ un siluro di rara bellezza, direttamente da calcio di punizione,  con cui gli occhi estasiati dell’impianto giallonero hanno ammirato una saetta arrivare verso Kapino trafiggendo il portiere dell’Olympiakos in modo perfetto. Equalizer, due a due, partita riaperta in un modo bellissimo e servendosi di una rimonta storica. La pazzia che in quel momento stava nutrendo il tifo degli Original 21, arroventando gli animi, sarebbe però ancora stata da compiersi in tutta la sua forza. Riuscire a segnare al 90′, colpendo con l’ultima pallottola nel caricatore, è certamente qualcosa di folle. E si conclude così, con 50mila AEKaki in lacrime. Lazaros imperatore, Mantalos finalizzatore. Ladies and gentlemen, il derby…

Il tabellino:
AEK (4-2-3-1): Anestis; Bakakis, Vranjes, Cosic, Galo; Johansson, Simões (dal 28′ Galanopoulos); Christodoulopoulos (dal 90’+4 Ajdarević), Mantalos, Klonaridis (dal 46′ Livaja); Araujo. All: Jiménez. A disp: Tsintotas, Giannoutsos, Bakasetas, Rodríguez.
Olympiakos (4-2-3-1): Kapino; Elabdellaoui, Romao (dal 71′ Zdjelar), Engels, Figueiras; Gillet, Tachtsidis; Carcela (dalll’82’ Pardo), Odjidja-Ofoe, Marin (dal 65′ Sebá); Emenike. All: Hasi. A disp: Proto, Nikolaou, Fortounis, Djurdjevic.
Reti: 22′ Marin, 46′ Odjidja-Ofoe, 64′ e 80′ Christodoulopoulos, 90′ Mantalos. Ammoniti: Araujo, Mantalos, Livaja (A), Odjidja-Ofoe, Marin, Romao, Gillet, Tachtsidis (O). Espulsi: 90’+4 Cosic (A), 90’+4 Engels (O). Arbitro: Sidiropoulos

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