Si può entrare nella storia del calcio senza segnare un gol, se il tuo cognome è Schmeichel. Storie di calcio, portieri e miracoli. Peter, il padre, campione d’Europa con la Danimarca, nel 1992 e con lo United nel 1999. Kasper, il figlio, campione d’Inghilterra con il Leicester.
La parabola di Peter Schmeichel
Peter Schmeichel è uno dei migliori portieri del mondo ma difende la porta della Danimarca, non esattamente una corazzata. Nel 1992, però, il paese delle favole racconta una storia straordinaria e irripetibile. La Danimarca non si qualifica per la fase finale degli Europei, ma il conflitto in Jugoslavia costringe la UEFA a richiamare la nazionale danese. Peter, in vacanza, come tutti i suoi connazionali, vince un torneo preparato in 10 giorni. Il cammino è segnato dalle manone del portiere: 0-0 con l’Inghilterra, 1-2 con la Svezia, 2-1 con la Francia. In semifinale contro l’Olanda, la Danimarca regge: 2-2. Calci di rigore. Peter para il rigore decisivo al Marco Van Basten e trascina i suoi in finale. Contro la Germania campione del Mondo è 2-0. Danimarca Campione d’Europa.
Il bis in Champions League
Nel 1999 il portiere della Danimarca si concede anche un clamoroso bis in Europa, questa volta con il proprio club. Finale di Champions League, Manchester United – Bayern Monaco. Al 91′ in pieno recupero, i tedeschi conducono 1-0 complice anche una barriera non piazzata perfettamente dal portiere danese. Al 94’ però i Red Devils sono campioni d’Europa. Decisive le reti di Sheringham e Solskjaer. In centoventi secondi si riscrive la storia del calcio. L’ 1-2 permette a Peter di salire, in modo del tutto insperato e inaspettato, nuovamente sul tetto d’Europa, stavolta con il suo club. É l’ultimo capitolo della storia di Peter che palla la mano, nel senso più pieno del termine al figlio Kasper. Impossible is nothing continua…
Impossible is nothing: Kasper Schmeichel
Il terzo capitolo della saga degli Schmeichel vede protagonista il figlio Kasper. Schmeichel non è un fuoriclasse, ma neanche l’ultimo arrivato. Si costruisce una onesta carriera, fra City, Cardiff, Coventry, Notts County, e Leeds. Quanto basta, insomma, per evitare di inseguire sogni di gloria. Nel 2011 passa al Leicester. Finisce in serie B, ma accetta di continuare: e il destino ripaga con gli interessi. Quattro anni dopo, è campione d’Inghilterra, grazie alle sue parate. E per chi non crede al destino, il punto decisivo per il titolo più inaspettato della storia del calcio del XXI secolo arriva proprio dall’Old Trafford, nella casa sportiva di papà che il 2 maggio 1993 vinceva la sua prima Premier League. Degno finale di una storia che unisce un nome, due destini, tre storie.
