Roma, perché Sancho non è arrivato. Ranieri racconta il retroscena del mancato colpo

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Sancho durante un allenamento, con il Manchester United. - @ANSA

Luca Antonelli

Settembre 9, 2025

Il tecnico rivela un intreccio clamoroso tra Friedkin, Gasperini e la pista inglese saltata all’ultimo.

L’affare Sancho alla Roma non si è mai concretizzato, ma non è stato solo un problema economico. A svelare i dettagli nascosti dietro la trattativa sfumata è Claudio Ranieri, intervistato da DAZN, che ha raccontato un intreccio poco noto ma decisivo. I Friedkin, secondo quanto riferito dall’ex tecnico, avrebbero accontentato Gasperini, se solo il tecnico fosse arrivato nella capitale. Uno scenario che cambia del tutto la narrazione di un’estate in cui la piazza romanista ha sognato un grande nome offensivo, poi mai arrivato.

Ranieri ha gettato uno sguardo su una fase del calciomercato passata un po’ sotto silenzio, ma che oggi assume contorni molto diversi. Le sue parole riaprono vecchie domande: quanto è mancato davvero Sancho alla Roma? E cosa sarebbe successo se Gasperini avesse accettato di guidare i giallorossi?

Il racconto di Ranieri: Sancho nome chiave per convincere Gasperini

Nell’intervista a DAZN, Ranieri ha parlato senza filtri. Quando gli è stato chiesto del suo rapporto con Gasperini, ha spiegato che i Friedkin avevano messo sul tavolo un’offerta concreta per portare Gian Piero Gasperini a Trigoria. E nel pacchetto rientrava anche Jadon Sancho, il talento inglese attualmente in prestito al Borussia Dortmund ma di proprietà del Manchester United.

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Ranieri, senior advisor della Roma. – @ANSA

Il nome di Sancho non era una suggestione qualsiasi. Era una carta concreta, già discussa e valutata, che avrebbe potuto fare da leva per convincere il tecnico dell’Atalanta ad accettare il passaggio nella Capitale. “Se fosse arrivato Gasperini, i Friedkin lo avrebbero accontentato”, ha detto Ranieri. Una frase che pesa, perché fa capire che il club era pronto ad investire anche su profili top internazionali, se ci fosse stato un progetto tecnico incentrato su un allenatore con richieste specifiche.

Jadon Sancho, 24 anni, è uno di quei nomi capaci di incendiare una tifoseria. Talento purissimo, abile nel dribbling e nella rifinitura, con un passato importante in Bundesliga, rappresentava un salto di qualità evidente per il reparto offensivo della Roma. Ma l’affare non si è fatto. Perché Gasperini, alla fine, ha detto no. Ha scelto di restare a Bergamo, probabilmente per concludere il ciclo cominciato anni fa e chiuso con la storica vittoria dell’Europa League.

Cosa sarebbe cambiato per la Roma con Sancho e Gasperini

Immaginare una Roma con Sancho e Gasperini in panchina vuol dire ripensare l’intero assetto del club, anche in termini di gioco. Il tecnico di Grugliasco ha una visione chiara, offensiva, quasi ossessiva per le verticalizzazioni rapide, la pressione alta e la duttilità degli esterni. Sancho, in questo contesto, sarebbe stato perfetto. Ala di piede invertito, tecnica, abituata al gioco di sponda ma anche alle transizioni. Una pedina che avrebbe fatto la differenza in Serie A.

Il progetto, però, non ha mai visto la luce. La dirigenza si è poi orientata su altre scelte, più legate alla continuità e alla gestione del gruppo esistente. Lo stesso Ranieri, pur lodando la visione dei Friedkin, ha fatto intendere che certe occasioni non si ripetono. Un colpo come quello di Sancho avrebbe avuto anche una ricaduta importante sul piano mediatico e commerciale, visto il nome e l’impatto internazionale dell’ex City e Dortmund.

I tifosi, intanto, restano con l’amaro in bocca. Perché a Roma i sogni di mercato, anche quelli più audaci, trovano sempre terreno fertile. Ma stavolta non si è trattato solo di “fantamercato”: l’intreccio tra allenatore, proprietà e ambizioni era reale. E l’incastro è saltato per una decisione presa in silenzio, senza clamori. Gasperini ha scelto la continuità. La Roma ha virato su altri obiettivi. E Sancho ha preso la via di Dortmund, lontano dal campionato italiano e dai riflettori dell’Olimpico.

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