L’ex ct azzurro elogia Gattuso: gioco più leggero, ambiente più sereno e motivazioni ritrovate.
Gian Piero Ventura, ex commissario tecnico della Nazionale italiana, è tornato a parlare dell’azzurro. Lo ha fatto con parole misurate ma chiare, in un’intervista rilasciata nelle scorse ore a SportMediaset, in cui ha tracciato un confronto tra la sua esperienza e quella attuale di Gennaro Gattuso, alla guida dell’Italia da luglio 2025. Secondo Ventura, la differenza più evidente è nel clima generale che si respira attorno alla squadra: “Con Gattuso vedo un’Italia più allegra, più serena. Con la testa meno pesante”.
Un passaggio che fotografa bene anche ciò che è cambiato negli ultimi mesi. Dopo l’uscita di scena di Mancini, e lo shock legato alla decisione dell’allenatore marchigiano di lasciare il progetto, l’arrivo di Gattuso ha portato nuovi codici, ma anche un altro approccio psicologico. Gattuso ha trovato un gruppo disorientato e lo ha ricompattato, riportando energia e stimoli. Ventura lo riconosce e lo sottolinea, senza scivolare in giudizi personali.
Il peso dell’azzurro e la gestione della pressione: cosa nota Ventura oggi
Ventura conosce bene cosa significhi guidare la Nazionale. Dopo un’esperienza finita tra le polemiche, con la mancata qualificazione al Mondiale del 2018, ha vissuto sulla pelle cosa comporta sedere su quella panchina. Oggi osserva da fuori, ma con uno sguardo che sa cogliere i dettagli. “Allora c’era più rigidità, più tensione – ha detto – oggi vedo un gruppo che lavora con leggerezza, ma non superficialità”. La distinzione è sottile ma importante.

L’analisi è lucida. Gattuso ha trasmesso un linguaggio più diretto, più istintivo, e ha tolto ai giocatori quel peso emotivo che spesso si portavano dietro quando indossavano l’azzurro. Lo si è visto già nelle prime uscite, dove l’Italia – pur non perfetta – ha mostrato un atteggiamento propositivo, più libero da condizionamenti. Ventura, da ex ct, riconosce questo merito all’attuale commissario tecnico.
Nel corso dell’intervista, l’ex allenatore di Torino e Napoli ha anche fatto riferimento a un cambiamento nell’identità collettiva. L’Italia di oggi, secondo lui, sta cercando di tornare a essere una squadra corale, senza gerarchie rigide o automatismi esasperati. Una Nazionale che segue idee chiare, ma che lascia margini di espressione ai singoli. Ventura vede in tutto questo un effetto diretto della “testa più libera” che Gattuso è riuscito a portare dentro e fuori Coverciano.
Il lavoro di Gattuso e la responsabilità della maglia: un equilibrio ritrovato
Le parole di Ventura toccano anche un altro tema chiave: il significato della maglia azzurra per chi la indossa. “Non è una maglia normale. E quando non c’è l’ambiente giusto, può diventare una zavorra”, ha detto. Un concetto che riprende anche quanto vissuto durante il suo incarico, quando la pressione – spesso mediatica più che sportiva – finiva per soffocare l’identità dei giocatori.
Gattuso ha modificato questo approccio, lavorando molto sul clima e sul rapporto con il gruppo. Lo ha fatto con la sua consueta carica emotiva, ma anche con una gestione empatica che ha riportato entusiasmo. Lo dimostrano i volti in campo, ma anche i racconti dallo spogliatoio, dove l’atmosfera è descritta come più leggera, ma concentrata. Ventura non entra nei dettagli tattici, ma fa capire che, a suo avviso, il miglioramento non è solo tecnico, ma prima di tutto mentale.
L’ex ct ha concluso il suo intervento con una frase che sintetizza bene il momento: “C’è un’Italia diversa, e mi piace vederla sorridere”. Un sorriso che, almeno per ora, sembra essere parte integrante del nuovo corso. Meno paura di sbagliare, più coraggio nel rischiare. Ventura lo nota, lo dice. E chi segue l’Italia da vicino, in effetti, lo vede anche.
