Lewis Hamilton rompe il silenzio su Gaza: Una tragedia che non possiamo ignorare

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Lewis Hamilton, durante un intervista. - @ANSA

Luca Antonelli

Settembre 18, 2025

Il pilota della Ferrari rompe il silenzio sulla tragedia umanitaria a Gaza, con donazioni e un appello potente: «Non possiamo restare a guardare»

Lewis Hamilton, figura di rilievo nel mondo della formula 1, ha deciso di uscire allo scoperto sull’emergenza che sta colpendo Gaza, usando la sua voce e i mezzi a disposizione per sensibilizzare l’opinione pubblica. Attraverso un post su Instagram ha annunciato donazioni verso tre associazioni benefiche che operano sul territorio, riflettendo sul dolore, sulla sofferenza dei civili e sulla responsabilità morale di chi ha visibilità. È un momento in cui lo sport entra in dialogo con le coscienze, dove il gesto di un campione potrebbe fare la differenza anche fuori dai circuiti.

L’azione concreta di Hamilton: donazioni e testimonianza personale

Hamilton non si è limitato a parole: ha fatto una donazione personale a tre organizzazioni che lavorano direttamente per alleviare la sofferenza della popolazione palestinese. Nel post su Instagram — dove conta oltre 40 milioni di follower — ha spiegato che queste associazioni «lavorano instancabilmente per aiutare chi ne ha bisogno».

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Hamilton, esulta per la vittoria nella sprint del gp di Cina. – @ANSA

Ha aggiunto che la situazione a Gaza «peggiora di giorno in giorno»: ospedali al collasso, migliaia di persone costrette ad abbandonare le loro case, decine di migliaia di bambini tra le vittime o feriti. Hamilton ha definito la condizione come una grande tragedia e ha usato parole forti per descrivere l’esperienza umana dietro le immagini di guerra, bombardamenti e fame.

Il messaggio è chiaro: non si può restare spettatori. Per Hamilton, essere pilota significa anche avere un profilo pubblico che può generare impatto, visibilità, attenzione. Ha voluto denunciare la sofferenza civile, il dolore dei più deboli, e indicare la solidarietà come strumento concreto. Ha sottolineato la necessità che i fondi raggiungano le persone che operano sul campo e che ogni singolo gesto conti.

La dimensione mediatica e l’impatto: visibilità e responsabilità del personaggio pubblico

Quando un nome come Lewis Hamilton prende una posizione del genere, ha un impatto che va oltre le corse. Il pilota della Ferrari è uno dei volti più riconoscibili dello sport globale. Le sue parole sui social media vengono amplificate, condivise, analizzate da tifosi, media, altre personalità pubbliche.

In questo caso Hamilton ha scelto Instagram come canale per il suo appello — non è solo una questione di numeri, ma di messaggio, di immediatezza. L’uso dei social gli consente di comunicare senza filtri, di raggiungere persone in tutto il mondo. Ed è significativo che scelga di rivolgersi direttamente ai follower, informare, incoraggiare la partecipazione attraverso donazioni e sostenere organizzazioni umanitarie.

C’è anche il rischio che il gesto venga strumentalizzato. Chi fa politica, chi è esercente opinione, chi è tifoso, può interpretarlo in modi diversi. Ma Hamilton è già noto per essere attivo, per aver preso posizioni su altre questioni sociali e di giustizia. Qui, l’impatto è nella visibilità data alla causa, nella capacità di far arrivare le notizie — quelle più dure — a chi magari non le conosce nel dettaglio. Non è solo un personaggio pubblico che si commuove: è qualcuno che usa la sua piattaforma come strumento concreto di pressione morale.

Criticità, reazioni e cosa significa per lo sport

Non tutti accolgono questo tipo di interventi con consenso unanime. Alcune reazioni arriveranno da chi preferisce che lo sport resti separato dalla politica; altri potrebbero criticare la selezione delle cause, i tempi, la forma del gesto, o la consistenza concreta delle azioni. Hamilton stesso parla di impotenza di fronte a certe immagini — ed è una riflessione che molti condividono: quanto può contare un gesto individuale in un conflitto così radicato?

Lo sport internazionale, le federazioni, i team, spesso hanno linee guida su ciò che è accettabile: c’è il rischio di pressioni, polemiche, di essere accusati di “straparlare” o di forzare confini. Ma c’è anche la possibilità di ispirare: altri piloti, altre celebrità, altri fan possono riflettere sul loro ruolo, sul fatto che anche nel gesto più piccolo c’è valore.

Per Hamilton, che si trova nel pieno della sua carriera, non è un semplice impegno di immagine. È una scelta che comporta assunzione di responsabilità: verso le vittime, verso il pubblico, verso chi lo guarda come modello. Significa che sport e valori non sono separati, che il campione può essere anche portavoce, se lo vuole.

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