Una pole che pesa: la prima su questo tracciato per lui, in condizioni imprevedibili.
Max Verstappen ha mostrato ancora una volta tutto il suo valore conquistando la pole position al Gran Premio di Baku, nonostante una sessione di qualifica che si è trasformata in una vera e propria prova di resistenza. Tra interruzioni, condizioni meteo ballerine e pneumatici che non si scaldavano mai come serviva, il pilota della Red Bull ha comunque fatto la differenza. Il suo commento – “qualifica lunghissima, le gomme non erano mai pronte” – fotografa una performance di altissimo livello, ottenuta senza disporre delle condizioni ideali.
Le sfide durante la qualifica: meteo, interruzioni e gestione delle gomme
La qualifica è iniziata con il cielo incerto e con la pista che cambiava continuamente. Max ha dovuto fare i conti con bandiere rosse che spezzavano il ritmo, con interruzioni che costringevano i piloti a fermarsi, ripartire, rifare setup e cercare di mantenere la concentrazione. Ogni volta che sembrava potersi partire davvero con un buon passo, un episodio esterno – un incidente, un’allerta, un problema – ritardava il tentativo, costringendo a ripartire da capo.

Le gomme sono diventate il vero nemico. Non solo la mescola scelta, ma la temperatura, le condizioni della pista, l’opportunità di sfruttarle al massimo: Verstappen dice che “le gomme non erano mai pronte”, ossia non avevano mai quella finestra di lavoro ottimale che serve per avviare il giro veloce. A ciò si è aggiunta la pioggia o minaccia di pioggia, che inseriva l’incertezza sul quando rischiare e quando conservare le risorse.
E poi, la pressione. In Q3, con la griglia in ballo, Max ha dovuto uscire per il giro decisivo con pneumatici non perfetti, non al massimo del grip. Eppure, è riuscito a mettere insieme un giro che gli ha garantito la pole. Il fatto che non avesse “le gomme migliori” rende il risultato ancora più meritato: perché non è solo questione di velocità pura, ma di tempismo, gestione mentale, decisioni tattiche nei momenti chiave
Cosa significa questa pole: primato a Baku, morale e vantaggi per la gara
Questa è la 46ª pole position in carriera per Verstappen, ma la primissima che ottiene su questo circuito di Baku. Un dettaglio non da poco: il pilota della Red Bull non era mai riuscito fino ad ora ad imporsi in qualifica su questo layout cittadino, fatto di muri vicini, curve strette, rettilinei lunghissimi. Ottenerla in condizioni difficili – senza gomme ideali, con la pista che cambiava – aumenta il peso del successo.
Dal punto di vista morale, vincere la qualifica in queste condizioni può dare un boost importante. Ti mette in testa già prima della gara, concede la possibilità di controllare il ritmo, scegliere strategie più aggressive, evitare rischi in partenza o nei primi giri quando il traffico e il degrado delle gomme possono diventare insidiosi. Per Verstappen e Red Bull è una conferma della superiorità tecnica e strategica, anche quando il contesto non è limpido.
Ovviamente, non è detto che la pole si traduca immediatamente in vittoria: la gestione delle gomme in gara, il consumo, il degrado e le condizioni climatiche possono rovinare il vantaggio. Ma partire davanti, specialmente a Baku, significa avere la possibilità di dominare la fase iniziale, mettere pressione agli avversari e imporre la propria strategia. Verstappen è perfettamente consapevole che domani servirà pazienza, concentrazione, e un occhio alle mescole, perché anche se la pole è conquistata, la vera battaglia sarà sulla distanza.
