Massima supremazia di Max Verstappen in Azerbaijan; Russell conferma, Sainz sorprende. Ferrari tagliata fuori dalle battaglie principali, McLaren in affanno.
Nel Gran Premio d’Azerbaijan 2025, Max Verstappen ha nuovamente mostrato il suo dominio: una vittoria autoritaria che non ha lasciato spazio ai rivali. Dietro di lui, George Russell porta la Mercedes sul secondo gradino del podio, mentre Carlos Sainz sorprende con una prestazione solida nonostante le difficoltà iniziali. Per la Ferrari, invece, una domenica da dimenticare: né Lewis Hamilton né Charles Leclerc sono riusciti a farsi vedere nelle zone alte. In questo pezzo analizzeremo cosa ha funzionato per i protagonisti e cosa ha invece segnato il passo per il Cavallino.
Verstappen: corsa perfetta e controllo totale
Max Verstappen ha corso una gara praticamente impeccabile: partenza pulita, gestione costante del ritmo, nessun segno di cedimento nei momenti chiave. Fin dal via, il pilota della Red Bull ha imposto il suo passo, sfruttando al meglio la potenza, la stabilità e la strategicità del team. Nonostante le insidie del circuito di Baku, con i suoi rettilinei veloci e le curve tecniche, Verstappen non ha commesso errori e non ha dato vita a lotte interne: gli avversari non hanno mai davvero messo in discussione il suo comando.

La strategia messa in campo dal team Red Bull si è dimostrata vincente sotto ogni profilo: pit stop al momento giusto, gomme appropriate e gestione del traffico e delle fasi di safety car (o potenziali incidenti) impeccabile. Inoltre, Verstappen ha saputo gestire le pressioni psicologiche: per lui, ogni GP è un test di freddezza mentale quasi quanto di velocità pura. A Baku, non solo ha conquistato la vittoria, ma ha anche evidenziato che quando tutto gira per il verso giusto è quasi impenetrabile.
Il fatto che questa vittoria sia la quarta stagionale (dopo Suzuka, Imola e Monza) conferma che il momento di forma del campione è in piena espansione. Non sorprenderebbe se questa performance rafforzasse ancora di più la sua posizione nel mondiale. Verstappen, ancora una volta, ha consolidato la sua leadership: non solo nei numeri, ma anche nella presenza psicologica, nella capacità di controllo della gara e nella sicurezza di essere il riferimento per il resto dello schieramento.
Russell, Sainz e gli altri: le sorprese e le conferme
Al secondo posto si è piazzato George Russell, che ha saputo resistere agli attacchi e mantenere un rendimento solido per tutta la gara. La Mercedes, grazie a lui, riconquista un posto di rilievo nel GP d’Azerbaijan, dimostrando che con la giusta combinazione di affidabilità, setup e strategia può essere competitiva anche su piste dove la Red Bull sembra avere vantaggi naturali.
Carlos Sainz, partito dall’esterno della prima fila con la Williams, ha messo in pista una prestazione sorprendente. Non è facile partire con una posizione defilata e riuscire comunque a ottenere un podio: questo risultato attesta che, nonostante alcune difficoltà pregresse, il pilota spagnolo ha recuperato fiducia e controllo. La Williams stessa esce rinvigorita da questo GP grazie al suo terzo posto.
Fra le altre note positive, va menzionato il ritorno di Andrea Kimi Antonelli sul podio parziale con Mercedes: il giovane pilota ha mostrato maturità, velocità e una crescita costante, evidenziando che la dirigenza del team guarda anche al futuro oltre che al presente. Anche la Racing Bulls con Liam Lawson ha ottenuto un piazzamento nella top-five, segnale che la concorrenza si sta facendo sempre più agguerrita. Tuttavia, non tutte le speranze si sono concretizzate: Oscar Piastri, leader del mondiale fino a quel momento, ha avuto un ritiro precoce dopo un incidente nel primo giro. Piastri, spinto dalla tensione della classifica, ha perso in partenza e poi ha terminato contro le barriere, compromettendo una gara che poteva rivelarsi importante sia per la sua fiducia che per il punteggio.
Ferrari e McLaren: la caduta delle attese
Il Gran Premio d’Azerbaijan ha rappresentato una domenica amara per Ferrari: né Hamilton né Leclerc sono riusciti a emergere. Partenza da centro gruppo, errori o scelte meno brillanti rispetto ai rivali principali e la sensazione generale che la SF-25 non avesse né passo né gestione ottimali tra curve e rettilinei. Leclerc e Hamilton si sono ritrovati troppo spesso a inseguire e non a competere, compromessi già nelle fasi iniziali da un setup non perfetto o da strategie che non hanno fatto la differenza.
Anche McLaren non ha brillato, confermando che il momento di forma non è dei migliori. Nonostante alcuni segnali positivi nel corso della stagione, la squadra guidata da Lando Norris (che ha concluso al settimo posto) non è riuscita a trasformare le attese in risultati concreti in un gran premio dove le opportunità c’erano. La concorrenza – in primis Red Bull e Mercedes – ha fatto sentire il proprio peso, e i margini di miglioramento sembrano essenziali se McLaren vuole restare nella lotta per il titolo costruttori.
Per Ferrari, il rischio è che queste giornate “invisibili” inizino a pesare a livello di morale, visibilità, e anche di gestione della pressione. Quando un team con la storia, le risorse e le aspettative come quello rosso non riesce a farsi vedere nelle posizioni che contano, il confronto con i rivali diventa più duro. Serve rivedere setup, strategie di qualifica, comportamento nel traffico, gestione gomme, e, non da ultimo, la chiarezza interna su chi può spingere e quando: le prestazioni di Leclerc e Hamilton devono tornare ad essere riferimento, non solo per i tifosi ma anche per il team stesso nel confronto diretto.
