Juventus–Roma non è mai stata una semplice partita. È uno scontro che travalica il rettangolo verde, fatto di ferite aperte, rancori sedimentati e simboli che tornano ciclicamente a infiammare l’ambiente. Oggi, a riaccendere una rivalità mai sopita, non è un trasferimento di mercato ma una figura chiave degli ultimi anni: Luciano Spalletti, seduto sulla panchina della Juventus dopo un addio teso e rumoroso alla Roma. Una scelta che, per molti tifosi giallorossi, ha il sapore del tradimento e che riporta alla memoria una storia lunga quasi un secolo.
Il XX secolo: fra moviola centimetri, righelli e proteste
Le radici dell’antagonismo affondano nei primi anni Trenta, quando il calcio italiano stava ancora costruendo la propria identità. Al Campo Testaccio, nel campionato 1930/31, la Roma travolge la Juventus con un clamoroso 5-0. Il vero punto di rottura arriva però mezzo secolo dopo. Negli anni Ottanta la Roma smette di essere una comparsa e diventa una rivale credibile per il titolo. Il 10 maggio 1981 entra nella leggenda: il gol annullato a Turone in Juventus–Roma resta uno degli episodi più discussi del calcio italiano. “Questione di centimetri”, dirà Dino Viola, mentre Boniperti risponderà con ironia, trasformando una decisione arbitrale in uno scontro istituzionale. Lo scudetto del 1983 attenua il dolore, ma non lo cancella. Le polemiche riemergono nel 1998, quando un rigore non concesso alla Roma a Torino riaccende la sensazione di un destino spesso avverso.
Il XXI secolo: maglie, fughe notturne, depressioni e risse
Il nuovo millennio si apre con il trionfo giallorosso del 2001, ma la rivalità torna presto a esplodere. Nel 2004, un netto 4-0 romanista contro la Juventus diventa teatro di provocazioni e tensioni in campo. L’anno successivo arriva uno degli strappi più dolorosi: Fabio Capello lascia Roma in piena notte per trasferirsi a Torino, smentendo promesse e dichiarazioni. Con lui parte anche il brasiliano Emerson, tra polemiche, accuse e incomprensioni mai sanate. Negli anni successivi gli scontri diretti restano carichi di veleno. Ogni episodio arbitrale, ogni gesto in panchina o in campo, diventa miccia pronta a esplodere. Juventus–Roma si trasforma definitivamente in una sfida identitaria, dove il risultato è solo una parte del racconto.
Juventus – Roma nel XXI secolo: Spalletti
Oggi, a riaprire vecchi capitoli, è Luciano Spalletti. L’allenatore toscano, dopo un rapporto logorato con l’ambiente romanista e un addio pieno di tensioni, si ritrova sorprendentemente alla guida della Juventus. Una presenza che pesa come un macigno emotivo: per Roma rappresenta un passato recente e controverso, per Torino una scelta ambiziosa e provocatoria. Spalletti incarna perfettamente la complessità di questa rivalità: uomo di calcio raffinato, divisivo, capace di lasciare segni profondi ovunque vada. Vederlo sulla panchina bianconera contro la Roma non è solo un fatto tecnico, ma un simbolo potente, destinato a polarizzare tifoserie e a caricare l’atmosfera di significati ulteriori.
