Udinese-Lazio, il gol di Davis e la miccia VAR: la Lazio scrive alla Lega, Simonelli risponde

Lotito dopo Udinese-Lazio

Claudio Lotito, Presidente della SS Lazio. - @ANSA

Redazione

Dicembre 29, 2025

Finale rovente a Udine: l’1-1 negli ultimi secondi, contestato per un presunto tocco di mano, trasforma una partita in un caso. I biancocelesti attaccano il sistema, il presidente di Lega difende arbitri e protocollo

Udinese-Lazio finisce in parità, ma la fotografia della serata non è il punteggio: è la coda polemica innescata dal gol di Davis arrivato a ridosso del fischio finale. L’azione viene contestata dalla Lazio per un presunto fallo di mano, e quel dettaglio — decisivo sul risultato, come sottolinea anche alanews.it nella sua ricostruzione — diventa immediatamente il centro di gravità della discussione.

Quando un episodio arriva allo scadere, l’onda emotiva è inevitabile. Ma qui la protesta biancoceleste non resta confinata al post-partita: si alza di livello, cambia forma e diventa un atto istituzionale. In altre parole, non è solo sfogo: è una presa di posizione che chiama in causa VAR, interpretazioni e credibilità complessiva del campionato.

La nota dopo Udinese-Lazio: “Non è più un caso isolato”

Il club capitolino mette nero su bianco una lettura netta: non si tratterebbe di un singolo errore, fisiologico nel calcio, ma di una sequenza di decisioni ritenute penalizzanti. Il punto, nella sostanza, è l’idea di una disomogeneità: episodi simili valutati in modo diverso, interventi VAR percepiti come incoerenti e un confine sempre più sfocato tra “chiaro ed evidente errore” e interpretazione.

Maurizio Sarri
Maurizio Sarri, tecnico della SS Lazio. – @ANSA

Nella ricostruzione della Lazio, questo tipo di dinamica non incide solo sul campo, ma anche fuori: risultati, piazzamenti, premi, ricavi. Da qui il riferimento allo status di società quotata e agli obblighi verso azionisti e mercato, un passaggio che alza ulteriormente la temperatura del comunicato: perché sposta la questione dal “tifo” alla tutela formale degli interessi del club.

La lettera alla Lega e i nodi tecnici: uniformità e trasparenza

La Lazio, secondo quanto riportato da diverse ricostruzioni, avrebbe inviato una lettera indirizzata al presidente della Lega Serie A, Ezio Simonelli, e ad alcuni consiglieri federali, chiedendo un intervento. Il cuore della richiesta non è (solo) “spiegateci quel gol”, ma “dateci un sistema più leggibile”.

La questione, infatti, è anche tecnica: sul tema del tocco di mano, il protocollo impone valutazioni che spesso dipendono da dettagli difficili da percepire in tempo reale e che, soprattutto, vengono interpretati in modo diverso da gara a gara. E il VAR, che nasce per ridurre l’errore, finisce nel mirino proprio quando il pubblico percepisce che l’uso del monitor non sta standardizzando, ma complicando.

Dal campo alle sedi: la richiesta di un cambio di passo

La linea biancoceleste punta su un messaggio chiaro: se il sistema pretende fiducia, deve offrire in cambio strumenti che la rafforzino. Da qui la spinta verso più chiarezza operativa, riscontri formali sugli episodi e una cornice condivisa che renda più prevedibile la lettura degli interventi VAR.

In filigrana c’è un tema che la Serie A si porta dietro da anni: quanto può essere “interpretativo” uno strumento che dovrebbe essere correttivo? E soprattutto: quanto pesa la percezione (tifosi, club, media) quando la stessa tecnologia viene vissuta come fattore di conflitto invece che di riduzione delle polemiche?

La replica di Simonelli: “Fiducia negli arbitri, se c’è un disegno si denunci”

La risposta di Ezio Simonelli, arrivata in un intervento radiofonico, si muove su due binari. Da una parte, la promessa di un riscontro: la comunicazione dei club va analizzata e gestita nelle sedi opportune, e sull’episodio contestato verrebbe data una spiegazione tramite i canali di approfondimento (come Open VAR). Dall’altra, la difesa dell’impianto: la credibilità del campionato non sarebbe in discussione e la fiducia nella classe arbitrale resta totale.

Il passaggio più “politico” è quello finale: sentirsi danneggiati rientra nella dinamica del calcio, ma se si sostiene che ci sia un disegno, allora la strada è quella della denuncia nelle sedi competenti. Tradotto: discutiamo di errori e protocolli, ma se si parla di intenzionalità si entra in un altro territorio.

Un caso che non finisce con una spiegazione

La sensazione è che la spiegazione tecnica del singolo episodio — per quanto utile — non basterà a spegnere il tema più grande: la uniformità. Perché le polemiche sul VAR raramente nascono dal “rigore sì/rigore no” preso isolatamente. Nascono dal confronto con episodi precedenti, dal metro percepito, dalla somma di scelte che, nel tempo, costruiscono (o distruggono) fiducia.

Udinese-Lazio, insomma, diventa l’ennesima partita trasformata in processo al sistema. E se da un lato la Lega rivendica solidità e procedure, dall’altro la Lazio porta la questione su un piano formale. La miccia è accesa: ora la vera partita è capire se ci sarà solo una risposta sul gol di Davis o anche un passo concreto verso una linea VAR più leggibile e coerente.

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