Malmoe top, Kalmar flop. Un’Allsvenskan come tutte le altre, o forse no

La quarta giornata di Allsvenskan è cominciata giovedì scorso, con l’Elfsborg in campo. Alla Borås Arena, i padroni di casa sono tornati ad una vittoria che mancava dalla prima giornata (5-0 al Kalmar). Nel mezzo, due ko con Aik Solna e Durgardens. L’Örebro, che invece ha assaporato la prima sconfitta in campionato, esce ridimensionato dal confronto ma non dalla classifica. La truppa di Alexander Axén mantiene infatti il terzo gradino del podio, un risultato perfettamente concorde a quanto ammirato sul terreno di gioco. E pazienza questa sconfitta, che non pregiudica un andamento ben al di là delle aspettative. L’Örebro rimane la sorpresa di inizio stagione. Ma occhio a non sminuire la prova degli Eleganterna: oltre alle reti di Viktor Prodell. Joakim Nilsson e Simon Lundevall, c’è tanto altro di cui parlare. Intanto un elogio al 4-3-1-2 di Magnus Haglund, che riesce a far rendere al meglio i suoi talenti: i due fantomatici interni di centrocampo sono Emir Bajrami e, appunto, il talentuoso numero 10 che ha segnato su calcio di rigore dopo aver confezionato l’assist per Prodell. Tutt’altro che difensivi, insomma, contando poi la presenza di una coppia offensiva che può contare anche sulla fisicità di Per Frick. L’unico neo, e lo dico da terza parte, è il poco spazio concesso a Jesper Karlsson. Di lui si parla un gran bene, peccato che sia entrato solo dopo l’infortunio di Bajrami perchè meriterebbe più spazio, a mio parere. Quanto allo Sportklubb, i bianconeri hanno giocato bene ma un calo ci può stare. Ed è fisiologico.

Rikard Norling è un genio. Lo dico subito, cosicchè lo teniate ben saldo a mente. Eppure, il suo AIK delude ancora e perde di nuovo. Un pari, una vinta e due sconfitte nelle prime quattro giornate: i risultati non confermano affatto l’opinione di tutti quelli che (me compreso) credevano che i gialloneri avrebbero potuto dar fastidio al Malmoe nella lotta al vertice. Vertice che al momento dista sei punti, e il divario continua ad aumentare. Nel 3-1-4-2 visto allo Stadsparksvallen, Stefan Ishizaki è stato avanzato al fianco di Krpic per compensare all’assenza di Goitom. Tutto sembrava andare per il meglio, visto che al 1′ di gioco ha segnato Johan Blomberg su assist di Nyholm. Al 5′ però è arrivata la reazione dei padroni di casa, lo Jönköpings,  pervenuti al pari grazie al destro di Stefan Karlsson. Come al solito il tecnico del J-Södra Jimmy Thelin si conferma stratega, e al 45′ ha azzeccato il cambio: fuori un deludente Vilhjálmsson, dentro quel Jesper Svensson che firmerà il vantaggio al 68′. A nulla serviranno, come già visti la settimana scorsa, gli ingressi in campo di Denni Avdic ed Eero Markkanen. Norling, che rimane un tecnico preparatissimo, avrà da lavorare assai…

Pur se di misura, torna alla vittoria il Norrköping. Alla Bravida Arena, casa dell’Häcken, l’IFK ha offerto una prova convincente respirando di nuovo il sapore dei tre punti dopo le sconfitte subite dinanzi ad Östersunds e Sirius. Così come il match contro l’Hammarby, quando segna Sebastian Andersson i biancoblu escono vincitori dalla partita. Di nuovo di testa, su assist del terzino destro Wahlqvist, dopo che i padroni di casa erano passati in vantaggio con Kamara ma erano stati raggiunti da una zuccata del difensore centrale Fjóluson (sempre su assist di Wahlqvist!). Ottima vittoria per Norrköping e sospiro di sollievo per Jens Gustafsson, tanto criticato e bistrattato (anche dal sottoscritto, devo ammetterlo). In fondo, non dimentichiamoci che due anni fa Janne Andersson riuscì nell’impresa innominabile. Leicester ante litteram, dico solo questo.

Il pari della Tele2 Arena tra Hammarby e GIF Sundsvall (0-0) racconta ben poco. E racconta ben poco perchè da due squadre di metà classifica sarebbe stato lecito aspettarsi qualcos’altro. L’unico motivo che avrebbe potuto spingervi a non cambiare canale sarebbe stato la presenza di quegli ultras tanto creativi dei Bajen. Una delle migliori curve scandinave, a detta di tutti, io non posso far altro che confermare quanto detto. Domenica, erano in più di 20mila: uno spettacolo, pensando che l’affluenza media di certe partite tocca a stento i duemila paganti. Detto questo, Jakob Michelsen è rimasto intrappolato nella tela tessuta dal collega Cedergren. Questa volta, poi, nella fila del GIF non c’è stato spazio per l’ex Genoa Linus Hallenius, al quale è stato preferito l’evanescente Peter Wilson. E pensare che non è neppure entrato in campo. Strano, visto che solitamente quelli del Sundsvall segnano poco.

Altro 0-0 è quello tra Eskilstuna e Halmstads. La Tunavallen, cornice della sfida che metteva di fronte rispettivamente seconda e terza della scorsa Superettan, è stata teatro di ben poche emozioni. Più una battaglia a scacchi, quella combattuta da Per Olsson e Jan Jönsson. I pochi elementi di spicco delle due squadre (Sasa Matic da una parte, il 17enne Haksabanovic dall’altra) si sono presi un turno di pausa, i colleghi non sono riusciti ad estrarre conigli dai cilindri. E detto molto francamente, lo spettacolo ne ha risentito assai: a partite del genere non farei assistere nemmeno il mio peggior nemico. Risate a parte, resta un commento di fondo: la pochezza di quest’Allsvenskan è facilmente tangibile anche da questo. Sigh, nostalgia.

Non è stata digerita troppo la serata della Jämtkraft Arena, per l’IFK Göteborg. Contro un Östersunds tutt’altro che arrendevole, gli Änglarna hanno racimolato il terzo pari in quattro giornate. Non il massimo, certamente, ma è curioso come gli altri due siano arrivati al cospetto di due formazioni completamente opposte tra loro per qualità ed obiettivi. Era terminata 1-1 la sfida col Malmö, al momento in vetta e impegnato per la vittoria del titolo, ma col medesimo punteggio era toccato anche al match casalingo con l’Eskilstuna, dunque una neopromossa per la quale la salvezza sarebbe un risultato incredibile e assolutamente da festeggiare. Riassumendo, pare che l’IFK stia attraversando un periodo di crisi mistica, in cui dovrebbe invece capire la sua identità. Carne o pesce? Bianco o nero? Primi posti o malinconica metà classifica? Ecco, questa è una domanda che porrei volentieri a Jörgen Lennartsson, magari insieme ad un altra. In fondo, vorrei che mi spiegasse il motivo di tenere sia Mikael Boman che Tobias Hysén in panchina. L’islandese Omarsson sarà pure un discreto giocatore, ma francamente è una scelta che non comprendo. E comunque il classe ’95 si è infortunato prima della fine del primo tempo, lasciando spazio al numero 10. L’esterno inglese Curtis Edwards ha segnato il vantaggio per i rossoneri, illusorio perchè durato fino al 93′ quando il 20enne norvegese Henrik Björdal si è procurato un calcio di rigore trasformato da Emil Salomonsson.

 Il Sirius ha battuto il Kalmar. Il Sirius ha battuto il Kalmar. Il Sirius ha battuto il Kalmar. Imprevedibile ad inizio campionato, tutto sommato atteso alla vigilia di questa partita. In fondo, i nerazzurri sono tornati in Allsvenskan in questa stagione, dopo 42 lunghissimi anni d’astinenza. Memori forse di ciò, stanno combattendo come dei pazzi per conservare la categoria: la storia più bella di questo campionato è certamente da loro. Secondi, a meno uno dall’onnivoro Malmoe, ci sono proprio loro. Vincere segnando sette reti contro i vari Djurgardens, Norrköping e Kalmar non è roba per tutti. Così come 12 reti subite in quattro giornate non sono roba da Kalmar, ultimissimo in Allsvenskan per via del misero unico punticino scaturito dal pari con l’Hammarby. Un crollo verticale apparentemente inspiegabile. Ma fermiamoci un momento sulla partita: l’incrocio tra le squadre rispettivamente più e meno in forma del campionato svedese non ha regalato sorprese. L’undici di Kim Bergstrand ha dominato su quello del collega Peter Swärdh in lungo e in largo. Il tre a zero parla chiaro: la terza rete stagionale di Kingsley Sarfo, il destro dell’ala Ian Sirelius e la punizione di Alexander Nilsson hanno deciso una sfida a senso unico. Pochissimi i pericoli corsi dai nerazzurri, davanti ai biancorossi con le polveri bagnate. Per di più, il 22enne ghanese continua a stupire…

Dopo l’iniziale pari con l’IFK Göteborg, il Malmö si è ripreso consolidando la propria leadership in modo autoritario e pragmatico. Il pragmatismo è stata poi la componente fondamentale del match giocato lunedì 24 aprile allo Swedbank Stadion, contro un Djurgardens davvero interessante ma incapace di portar via i tre punti. Dispiace, per come si era messa una gara davvero bella da vedere, forse una delle uniche in cui gli Himmelsblått hanno davvero dovuto sudarsi la pagnotta. Inaugura la serie di reti il terzino destro Anton Tinnerholm (31′), poi i Blåränderna rispondono con un rigore siglato da Magnus Eriksson (47′ pt)  e il destro di Gustav Engvall (65′). Tutto finito? Macchè. Prima Jo Inge Berget mette la firma sul pari (75′), poi Yoshimar Yotún sceglie il momento migliore per segnare la sua prima rete stagionale al minuto 86. Finisce così, ma visto che sono in ritardo vi lascio qualche spunto su cui riflettere in mia assenza. Punto uno: per la prima volta in stagione la coppia Rosenberg-Cibicki non segna, ma ciò non ha evitato che capitan Marcus abbia elargito il terzo assist in questa Allsvenskan, stavolta a beneficio di Berget. Segnerà meno, ma il numero 9 rimane imprescindibile per il Malmoe: e rinnovo il paragone che mossi qualche settimana fa, in cui avvicinai Rosenberg a Francesco Totti pur con le dovute contromisure del caso. Punto due: Tinnerholm prima va in gol, poi manda a rete Yotún. Cosa ci faccia un peruviano in Svezia, questo potrebb’essere un interessante contest da lanciare. Postate le vostre idee, la risposta più carina la pubblicherò sul prossimo pezzo, daje. Punto tre: Magnus Eriksson ha segnato, così come lo scorso turno contro l’Elfsborg. Allora di testa, stavolta su rigore. Punto quattro: quanto è forte Gustav Engvall? Prima si guadagna un rigore, poi timbra per la seconda volta il cartellino in questa Allsvenskan. Bimbo prodigio, non ditemi poi che non vi avevo avvertito.Punto cinque: mi sono commosso vedendo Andreas Isaksson tra le fila ospiti. Ha giocato titolare, così come il fratello di quell’El Kabir che qualche anno fa avrebbe dovuto incantare Cagliari. Come non lo ricordate? Ah giusto, è questo il punto. A risentirci, adjö och tack!

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