C’è un Nacional che sogna di tornare grande: in Copa Libertadores il cammino verso gli ottavi sembra già segnato, con un solo punto da conquistare nelle prossime due partite per ufficializzare quello che sarebbe un grande traguardo. Già, girone complicato con avversarie di grande tradizione come Cerro Porteño e Atlético Mineiro: i paraguaiani aritmeticamente qualificati con due turni d’anticipo, il Galo invece quasi fuori, aggrappato ormai solo all’aritmetica.
Colpa di un Nacional che vole a non delude, squadra cinica e compatta che ha chiuso tutte le sue partite col risultato di 1-0, tre volte vincendo e una con un KO. Tutte le vittorie hanno la stessa firma: Gonzalo Bergessio. Stimato a Catania, rivalorizzato in Sudamerica. Un veterano del gol, come tanti che stanno lasciando il segno in Copa Libertadores quest’anno: da Fred autore di una tripletta con il Cruzeiro, a Larrivey nel Cerro e Santa Cruz all’Olimpia. Tutti con un trascorso in Europa più o meno glorioso ma comunque con il segno lasciato.
Bergessio sta abituando bene i tifosi del Nacional: gol pesanti per un cammino internazionale che può dare i suoi frutti. L’ultima rete poi, segnata allo Zamora, è una vera e propria perla: tacco volante in area piccola, delizia tecnica per far saltare giù tutti i tifosi del Gran Parque Central.
Ha trovato il modo di farsi ricordare in Italia con le maglie di Catania e Sampdoria, è stato Toro in Serie A anni prima di Lautaro Martínez e ora ha come obiettivo quello di far sognare una grande d’Uruguay. Ha girato l’America Latina, passando anche per il Messico, ma è in terra charrúa che ha trovato il modo di valorizzare il finale della sua carriera. Nello scorso campionato ha segnato 17 volte, ma mai come quest’anno era stato decisivo in campo internazionale. Acuti e colpi di chi a 35 anni ha ancora la forza di sognare una Copa Libertadores.