Salonicco, incantevole terra nel nord della Grecia che si affaccia sul mare e che millenni è stata un punto centrale nel commercio marittimo internazionale. Terra vicina e dal grande rapporto con quella che fu Costantinopoli, rappresenta dopo Atene una delle perle della cultura ellenica nel mondo e opere d’arte come la Basilica di Santa Sofia e la Terra Bianca sono meta ambita da migliaia di turisti che ogni anno si fanno incantare dalle splendide spiagge della città. Non di sola storia e di solo relax vivono gli abitanti del posto, ma anche di sport e in particolar modo di calcio e per un derby che da decenni risulta essere tra i più sentiti al mondo, quello tra Aris e Paok.
I primi a nascere in città furono gli Aftokratoras nel 1914 e, come spesso accadeva in quegli anni, si dovette tutto a una scissione interna. Fino alla metà degli anni ’10 del Novecento a Salonicco c’era solo solo una società calcistica, l’Iraklis, ma non tutti gli atleti erano propriamente soddisfatti del modo con il quale venivano portati i rapporti all’interno del club. Per qualcuno la situazione era diventata insostenibile ed ecco quindi la decisione di fondare l’Aris dandogli i colori di Bisanzio, quel giallo e nero che avrebbero ben presto avvicinato gran parte della città. Le Aquile invece arrivarono ben dodici anni più tardi, nel 1926 e con una storia molto diversa e che risulta essere lontana da un discorso di ellenicità. Il Paok nasce infatti per volere di alcuni rifugiati scappati da Istanbul, ma in realtà a ben guardare si trattava di gente prevalentemente con origine greca che faceva la sponda inversa dopo alcuni problemi in Turchia. I bianconeri infatti sono la successione dell’Hermes, squadra di calcio nata in quella che era Costantinopoli ma aperta a gente di sola derivazione greca, ma una volta tornati nella madre Patria le cose cambiarono. Non diventò più una squadra riservata solo a gente greca o a soli rifugiati, come stava facendo l’AEK, ma era la prima vera compagine di Salonicco aperta a tutti, senza distinzione sociali o etniche, motivo per il quale tutte le altre realtà della città iniziarono a vederla sotto una cattiva luce. Nacque così la più classica delle rivalità e degli odi tra la medio alta borghesia rappresentata dagli Aftokratoras e dalla classe popolare e operaia dei Dikefalos.
Il primo derby tra le due future eterne rivali si disputò nel 1927 e a vincete furono sorprendentemente i neonati del Paok con un 2-1 che mise subito le cose ben in chiaro: in città c’erano anche loro. In quell’anno però si disputò il primo tentativo di campionato nazionale greco, una breve fase finale a quattro squadre dove avrebbero partecipato solo le vincenti regionali e fu proprio l’Aris a sbaragliare la concorrenza, prima con le vicine di casa e poi con Ethnikos Pireo e Atromitos, diventando così i primi campioni della nazione. Per avere un inizio di campionato nazionale vero e proprio si dovette però aspettare altri tre anni con un piccolo formato da otto squadre che risultava comunque essere più aperto e per la prima volta le due grandi rivali di Salonicco si sfidarono a livello nazionale. Erano ancora anni favorevoli ai gialloneri che vinsero anche nel 1932 e subito dopo la guerra nel 1946, portandosi così sul 3-0 contro i cugini bianconeri che iniziarono però una lenta e progressiva risalita. In Grecia la grande Capitale Atene l’ha sempre fatta da padrona e lo stesso Aek ha fatto una grande fatica a inserirsi nel duopolio Olympiakos-Panathinaikos, ma il Paok è riuscito a togliersi qualche importante soddisfazione e fu un tripudio il primo storico successo nazionale nel 1976. L’impresa venne bissata nel 1985 e nel 2019 tutto il nord della nazione si è riversato in piazza per festeggiare un titolo storico, riuscendo a portare il titolo fuori da Atene dopo ben trentun’anni. L’Aris invece dovette restare a guardare, con qualche retrocessione amara e una crisi economica che si è fatta sentire in maniera sempre più decisa, e i derby diventavano le uniche possibilità di successo. Le due stracittadine più importanti si sono svolte in occasioni di finali di Coppa di Grecia e la prima fu nel 1970. A Salonicco non si vedevano trofei da ventiquattro anni, il periodo più lungo di sempre, e una finale tutta interna era davvero un qualcosa di speciale e unico, considerando anche il fatto che nessuna delle due aveva mai vinto il trofeo in precedenza. A decidere la finale fu Keramidas dopo soli otto minuti, con una rete che permise all’Aftokratoras di vincere 1-0 portando così in bacheca l’ultimo titolo della sua storia. Come detto, dagli anni ’70 in poi il Paok si è rivelata la prima squadra della città, ma quella sconfitta in finale doveva essere cancellata e così ecco la possibilità di rivincita nel 2003 con il Toumba sede della finale. Le Aquile non potevano sbagliare e nel loro stadio ottennero la più belle delle sette Coppa di Grecia vinte grazie a una rete a metà primo tempo di Georgiadis, capace di battere Lambakis per l’unico gol dell’incontro. La loro storia si limita ai confini nazionali, perché in Europa i risultati sono sempre stati estremamente deludenti.
Una maggiore continuità di rendimento dei bianconeri ha permesso a questi di essere la squadra più vincente anche all’interno degli scontri diretti e infatti sono cinquantadue le vittorie a discapito delle trentotto dei rivali di sempre. Nonostante questo il miglior marcatore di sempre nella stracittadina è il giallonero Alekos Alexiadis che tra gli anni ’60 e ’70 è stato un vero e proprio incubo per i cugini che sono stati infilati per ben sette volte. Dall’altra parte vi è un terzetto a quota cinque, formato da Giakoumis, Koudas e Skartados.
Il derby di Salonicco ha una storia quasi secolare e la straordinaria presenza di pubblico a ogni scontro diretto ne ha accresciuto il mito in tutto il mondo. L’utilizzo di fumogeni è la normalità, ma non sono dalle curve, bensì da tutto lo stadio trasformandolo letteralmente in un catino infernale. Le forme di violenze si sono purtroppo rivelate essere la normalità e il gruppo ultras più caldo a rappresentare il Paok sono i “Piranhas“, mentre l’Aris si fa rispettare con i “Super 3“.
Due volti della stessa città, una rivalità storica che non tramonterà mai, perché a Salonicco o sei un Aftokratoras o sei un Dikefalos.
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