Il nuovo ciclo della Francia: 4 giocatori che potranno esordire con Deschamps

La Francia Campione del Mondo sarà con tutta probabilità la squadra da battere anche agli Europei itineranti del 2020. Deschamps ha a disposizione una vasta gamma di calciatori a tal punto da potersi permettere il lusso di non convocare gente come Lacazette, Laporte e Benzema senza perdere di efficacia.

Se al momento dell’elenco dei 25 i grandi esclusi destano sempre scalpore, l’attenzione del CT dei Bleus per le nuove leve è comunque viva per dare continuità ai risultati e creare un vero ciclo. Ecco quindi quattro nomi (+1) che potrebbero presto rientrare nelle convocazioni di Deschamps.

Porta – Alban Lafont (1999)

Il Tolosa lo ha formato, Firenze lo ha accolto. Una piazza pretenziosa come quelle Viola non è mai facile da conquistare, ma il giovanissimo portiere di origini burkinabè è riuscito a trovare subito la titolarità e la fiducia dei suoi compagni di reparto. Essere la settima difesa del campionato è un risultato in linea con le aspettative e l’ex Tolosa è riuscito anche a mantenere inviolata la porta per 6 volte. Non sono stati tanti gli errori commessi, ma per 4 volte una sua disattenzione ha portato al tiro gli avversari. Questo è un aspetto mentale da correggere per compiere un ulteriore passo in avanti. L’esordio non è attualmente cosa facile se pensiamo alla concorrenza di Lloris e Areola. Il capitano dei Bleus ha potenzialmente davanti a sé ancora un Europeo e un Mondiale; il portiere parigino sembra il sostituto designato.

Difesa – Dan-Axel Zagadou (1999)

Zagadou nasce calcisticamente nelle giovanili del PSG, ma il Borussia Dortmund se lo è accaparrato due estati fa prima che le sue quotazioni crescessero eccessivamente. Fisicamente è un vero colosso col suo metro e 96 accompagnato da 90kg di muscoli. Da centrale è sicuramente più a suo agio rispetto a quando viene schierato a sinistra per evidenti problemi di agilità, ma vince il 70% dei contrasti e recupera 1.5 palloni a partita. A 20 anni da compiere si candida a essere il futuro della retroguardia francese, ma prima del grande salto deve dare continuità alle sue prestazioni e ridurre al minimo il suo essere un po’ goffo in certe situazioni di gioco. Quando imparerà a convivere totalmente con la sua struttura fisica, avremo di fronte un grande difensore.

Centrocampo – Aurélien Tchouaméni (2000)

Il giovanissimo mediano del Bordeaux si è già preso la mediana dei Girondini con personalità. Guida il centrocampo dei suoi con autorità e ha già tra i suoi estimatori Marotta e Paratici. Nonostante sia alto soltanto 1.77 ha dalla sua un grande dinamismo che lo rende importantissimo come diga (2.2 recuperi a partita). La sua immaturità è spesso dovuta a un eccesso di foga: non è ancora in grado di stabilire quando sia il momento opportuno di intervenire portandolo al fallo quasi 1.9 volte a partita. Crescerà rapidamente se avrà il tempo di esprimersi senza la pressione di diventare per forza il “nuovo-qualcuno”. La concorrenza di Kanté non ha bisogno di essere introdotta: al momento, con anche la convocazione di Ndombelé (Lione), le possibilità di vederlo con la maglia della Nazionale maggiore sono minime.

Attacco – Sébastien Haller (1994)

La punta dell’Eintracht non può che essere in questa lista: basta guardarlo giocare. 14 gol, 9 assist e un contributo costante alla manovra. Jović è il capocannoniere di squadra, ma le 13 occasioni create dal francese sono il vero lubrificante della manovra dei tedeschi. Il tridente ‘gira’ se gira il suo centravanti e per il CT, che tanto ama i centravanti in grado di partecipare alla manovra (vedi Giroud), il profilo dell’ex attaccante dell’Utrecht può essere molto interessante. Specie se pensiamo a possibili partner nel tridente come Griezmann e Mbappé, con i quali la manovra offensiva sarà di facile svolgimento. Olivier Giroud si avvicina ai 33anni, il tempo è tutto dalla parte di Haller.

 

Una nazionale così completa è difficile da migliorare. Questi 4 calciatori sembrano potenzialmente in linea con i requisiti qualitativi richiesti dai Campioni del Mondo. Rinnovare alla perfezione significa dare futuro alle vittorie: i transalpini possono davvero aprire un ciclo.

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