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Francia, la causa della sconfitta: la mancanza di un leader

La ferita è ancora fresca, è una di quelle più dolorose per una Francia che non pensava di vedere Parigi invasa di rosso e di verde.

A mente fredda bisogna fare un punto sulle cause della sconfitta dei bleus che da grandi favoriti non sono riusciti a portare a casa il trofeo. È vero al squadra in campo è stata superiore e a tratti ha anche dominato, i miracoli di Rui Patricio hanno tenuto a galla un Portogallo alle corde ma nel momento decisivo alla Francia è mancata una guida.

In campo nessuno si è preso la squadra sulle spalle né sullo 0-0 né tantomeno dopo il gol di Eder che ha messo giocatori e tifosi KO.

Pogba, il grande assente della Francia

La grande delusione della finale della Francia è sicuramente Paul Pogba. Da lui ci si aspettava più personalità e una maggiore capacità di incidere ieri come in tutto l’Europeo. Nella partita più importante era lui che doveva dare la scossa e guidare dal centro del campo ma per 120’ è stato un interprete passivo della gara. Pochi palloni giocati, molti persi e nessun guizzo da campione se non un tiro volante dalla distanza che però non può salvare la partita.

Serviva un leader e lui non lo è stato. Dopo l’1-0 poi non ha assolutamente cambiato marcia o atteggiamento.

Griezmann: campione ma non leader

Antoine Griezmann è stato tra i migliori in campo ma non ah ancora le spalle sufficientemente larghe per guidare la squadra dal punto di vista morale. Sua la miglior palla gol costruita con un colpo di testa di poco impreciso in seguito ad un grande taglio. Nel momento del bisogno però non è riuscito a farsi carico dei compagni e ad inventarsi la giocata decisiva, il vero neo della sua gara.

Payet assente ingiustificato

Non la miglior serata dell’Europeo per Payet. Il fantasista del West Ham dopo un grande cammino si è smarrito per vari motivi e non ha saputo trovare il jolly come già successo in altre partite. Forse il fallo su Ronaldo e i milioni di occhiatacce che si è preso dai fan del calcio lo hanno condizionato, forse la grande pressione per la partita più importante della sua vita gli ha giocato un brutto scherzo. Alla fine però quello che conta è il campo e lui non è riuscito a prendere l’iniziativa come nelle altre partite ed è finito persino per essere cambiato.

Sissoko, il migliore in campo

L’uomo che ha scosso maggiormente la Francia è stato Sissoko. Il centrocampista del Newcastle ha provato a spaccare la partita e a tratti sembrava essere lui la vera guida della Francia. Una nazionale senza leader si è affidata ad un grandissimo interprete che però nelle gerarchie dello spogliatoio non può nemmeno ambire alla fascia da capitano.

Questa è stata la grande carenza della Francia: non avere qualcosa o qualcuno a cui aggrapparsi, non avere delle certezze soprattutto quando era il momento di tirare fuori gli artigli.

Infine il pubblico non è stato trascinatore in questa finale casalinga: il tifo è sembrato spegnersi dopo la Marsigliese; durante la gara è stato solo di accompagno, dopo il gol di Eder totalmente annichilito. Alla squadra essere spinta dalla sua gente avrebbe fatto sicuramente molto bene.

Simone Gamberini

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