Gasperini tra cuore e tentazioni, che futuro attende l’allenatore dell’Atalanta?

Dopo la vittoria dell’Europa League il tecnico ha dichiarato sibillino: “È come avere una moglie e dei figli, sei felice ma ti passa davanti una donna bellissima”, a che cosa fa riferimento? Tra Napoli e Bergamo, il futuro dell’allenatore potrebbe essere già segnato

Tentazioni. Inevitabili dopo una vittoria di tale portata, un risultato così storico, come portare per la prima volta una coppa europea a Bergamo, 25 anni dopo l’ultima italiana. Normale che la sensazione di aver chiuso un lungo, magnifico, intenso ciclo alla guida dell’Atalanta possa essere balenato nella testa di Gian Piero Gasperini, dopo aver vissuto la serata più importante, e felice, della sua carriera da allenatore, in quel di Dublino.  A testimoniarlo le sue parole al termine del match, che lasciano intendere come non manchino, sarebbe assurdo il contrario, delle richieste per lui: “Resto all’Atalanta? Ora festeggiamo. Dico che è come avere una moglie e dei figli, sei felice ma ti passa davanti una donna bellissima…”.

Gasperini: “Se uno dovesse trovare un momento per uscire è questo, da vincente”

Intanto l’incontro con il presidente, previsto probabilmente già in giornata, con una certezza: “Se uno dovesse trovare un momento per uscire è questo, da vincente”. Insomma, parole che non nascondono certo la voglia del Gasp di provare una nuova esperienza su altre panchine, considerando anche la carta di identità, magari l’ultima giro di valzer, perché no, con una big (non che la sua Atalanta, grazie a lui, non lo sia diventata). A proposito, un’opportunità l’allenatore di Grugliasco la ebbe con una grande, ma non andò benissimo. All’Inter, infatti, non risparmia una frecciata neanche in questa notte di festa: “Vincere come ha vinto l’Atalanta, senza debiti, penso sia un grande modo di trionfare. Abbiamo una società che ha mantenuto in equilibrio sempre i propri conti. Di solito in Europa e in Italia, in particolare, – come accaduto negli ultimi giorni – chi vince ha difficoltà a mantenere i costi”.

Tra passato e futuro, intanto la lezione all’enfant prodige Xabi Alonso

Ma torniamo a noi, al presente, perché quel passato, spesso rivangato da Gasperini, appartiene ormai a un’altra era calcistica. Adesso Gasperini è inevitabilmente uno dei tecnici più in vista d’Europa, capace di battere (battere? Umiliare), l’enfant prodige Xabi Alonso, che quest’anno non aveva mai perso, figurarsi prendere 3 gol nella gara (per ora, ne arriveranno altre, siamo certi), più importante della sua carriera da allenatore. E allora perché non sognare in grande? Con un possibile valzer di panchine che coinvolgerà tantissime grandi squadre, Gasp potrebbe concedersi un ultimo ballo, magari puntando allo scudetto, una vittoria che coronerebbe una carriera comunque incredibile, al di là del palmares, che effettivamente fino a Dublino vantava solamente un torneo di Viareggio con la Juventus nel 2003, insomma, pochissima roba per uno così.

Il sapore della vittoria: può Gasperini ripetersi?

Ma adesso Gasperini ha assaggiato il sapore della vittoria, e quella dolcezza non vorrebbe più farla andare via. Difficile ripetersi a Bergamo, anche se il club ha dimostrato in tutti questi anni di poter competere ad alti, altissimi livelli, ma l’ex Genoa potrebbe ambire ad altro. il suo contratto scade nel 2025, e l’intenzione della dirigenza della Dea, stando almeno alle parole del patron Percassi, sono quelle di rimanere insieme almeno fino alla fine della scadenza naturale dell’accordo. Ma si parlava di tentazioni, donne bellissime…

Una donna bellissima di nome Partenope

È allora che spunta Napoli, con il presidente Aurelio De Laurentiis che non ha nascosto la volontà di portare il fresco vincitore dell’Europa League all’ombra del Vesuvio, con i prossimi giorni decisivi in questo senso. I partenopei dopo la disastrosa stagione post scudetto in cui si sono avvicendati Rudi Garcia, Walter Mazzarri e Francesco Calzona, sono alla ricerca di un volto nuovo per rilanciare le ambizioni degli azzurri, e detto dell’interesse mai sopito nei confronti di Antonio Conte (che già ha detto di no a De Laurentiis lo scorso anno), potrebbero puntare proprio su Gasperini per ritornare ai vertici del calcio italiano.

Si potrà creare la giusta alchimia con De Laurentiis?

Certo, per lui sarebbe una sfida complicatissima, lasciare appunta una famiglia che, con lui, è cresciuta e ha ottenuto grandi successi, per un club che ha attraversato una stagione difficilissima, andando a lavorare con un presidente tutt’altro che facile da gestire. A mettersi tra Gasperini e il Napoli potrebbe esserci un alto grande (e vincente) allenatore di serie A, ovvero Stefano Pioli, per cui è attesa domani l’ufficialità del suo addio al Milan dopo cinque anni. Il tecnico dell’ultimo scudetto rossonero è sicuramente nel taccuino di De Laurentiis, che potrebbe anche virare su di lui in caso di no del Gasp.

Gian Piero Gasperini allenatore Atalanta
Immagine | Ansa

Gasperini: “10-12 anni fa dicevano che con la difesa a tre non si poteva vincere”

Intanto l’attuale tecnico dell’Atalanta al termine della partita di Dublino, intervistato ai microfoni di Sky si è tolto qualche sassolino dalla scarpa: “10-12 anni fa c’era una diceria per la quale chi giocava a tre non poteva vincere. Piano piano è cambiato tutto. Negli anni ’90 il calcio olandese era uno dei pochissimi che giocava a tre, il resto è un mix di mentalità italiana anche. In Italia ricordo il Mondiale del 1982, quando un giocatore importante giocava di schiena faceva fatica e questo valeva anche per Maradona e Zico. Il mio adattamento è stato: invece di correre laterale, correvi in avanti. Poi mi hanno etichettato come allenatore che gioca uno contro uno, ma l’ho sempre fatto nella mia carriera”.

“È chiaro che con l’Atalanta in Europa ho avuto più visibilità e attestati dei miei colleghi. Klopp e Guardiola giocano così, ma non solo – ha continuato il Gasp – anche il Chelsea di Tuchel giocava a 3 e dopo averci affrontati con il PSG lui mi fece tanti complimenti. Anche Xabi Alonso e il Real giocano così. Mi sono preso qualche critica in questi anni, ma comunque il gioco è valso la candela. Non conta il modulo, ma come lo interpreti”. E chissà che l’ex Inter, Genoa e Palermo possa portare questa mentalità anche a Napoli, dove un altro tecnico di grande esperienza, ma mai vincente in Italia, ha vinto non certo da giovanissimo il suo primo scudetto.

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