La Lazio esce nel peggiore, più amaro e doloroso modo possibile dall’Europa League, competizione che, legittimamente, era considerata il principale obiettivo stagionale, alla luce di un tabellone tutto sommato alla portata e il primo posto nella fase campionato. Dopo aver completato la rimonta e sfiorato l’impresa, uscire con il Bodo Glimt fa malissimo, anche perché la squadra di Baroni era riuscita a ribaltare il 2-0 subito all’andata. A undici metri dalla semifinale, fatali, dal dischetto, gli errori di Tchaouna, Noslin e Castellanos. E piove anche sul bagnato: si infortuna ancora una volta Nuno Tavares ed esplode il caso Guendouzi.
L’amarezza si taglia con il coltello, insieme a rabbia, frustrazione e delusione. Incontrollata quella di Guendouzi, fra i migliori in campo e rientrato negli spogliatoi furioso con la squadra ed il mondo. Il centrocampista francese, che si è speso moltissimo abbinando quantità e qualità ha garantito equilibrio, salvato un gol, ha messo la firma sull’assist al bacio per il momentaneo sul 3-0 di Dia, trasformato il suo rigore con freddezza. Una partita infinita, la sua, macchiata da una reazione un po’ fuori le righe.
Il francese ha prima mandato a quel paese prima i suoi compagni, invitandoli a mettere in campo più personalità (eufemismo) poi ha urlato di tutto al vice di Baroni, Del Rosso, senza risparmiare neanche l’allenatore. Ovviamente la scena non è passata inosservata. Ne ha parlato anche Zaccagni a fine partita: “Guendouzi? La rabbia c’è da parte di tutti è logico che c’è chi la esprime in un modo, chi in un altro. Ne parleremo domani a mente lucida“.
Altro caso, ma con sfaccettatura diversa. Serata da dimenticare anche per Nuno Tavares. Il portoghese ha fatto di tutto per recuperare dall’infortunio patito a Bergamo per aiutare la squadra nell’impresa, prendendosi anche qualche rischio. Accelerare i tempi, a conti fatti, non ha pagato. L’esterno ha giocato per circa una ventina di minuti, prima di accusare un nuovo problema che lo ha costretto a lasciare il campo zoppicando e in lacrime, sostenuto dall’affetto dei compagni e da quello dello stadio.
Il nuovo stop, l’ennesimo di questa stagione assai tormentata dal punto di vista fisico (non è una novità, la sua storia clinica, in questo senso, è eloquente) rischia di riservare una nuova sosta ai box. Quanto sarà lunga, dipenderà dall’esito degli esami strumentali. L’unica certezza è che questa volta il portoghese si prenderà tutto il tempo necessario per recuperare al meglio e avere una ragionevole certezza di evitare nuove ricadute che ormai rappresentano, purtroppo, una costante.
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