La Roma di Gasperini: tanto gioco e pochi gol

Gian Piero Gasperini allenatore Roma

Gian Piero Gasperini allenatore Roma Immagine | Ansa

Pasquale Luigi Pellicone

Novembre 3, 2025

Per quindici minuti il pubblico di San Siro ha visto solo una squadra in campo: la Roma di Gasperini. Pressing alto, recuperi immediati, possesso palla fluido e una serie di occasioni che sembravano preludere a un vantaggio inevitabile. E invece nonostante sei chiare palle gol nei primi 40 minuti, undici tiri totali, quattro nello specchio, lo 0-0 non si è schiodato. E come spesso accade nel calcio, la legge non scritta è stata spietata: chi sbaglia, paga.

La Roma di Gasperini: tanto gioco e pochi gol

Il Milan, fino a quel momento schiacciato nella propria metà campo, ha colpito alla prima vera occasione. Pavlovic ha firmato il vantaggio con un destro preciso, complice una disattenzione difensiva. Da lì la Roma si è sciolta. Il ritmo si è abbassato, la fiducia è evaporata e la squadra ha perso compattezza. L’assenza di un centravanti vero continua a pesare come un macigno. Il tandem Soulé–Dybala garantisce qualità e movimento, ma manca l’uomo d’area, il riferimento capace di trasformare il volume di gioco in gol. L’ingresso tardivo di Dovbyk, al 76’, ha confermato la sensazione che il centravanti ucraino, pur con tutti i suoi limiti debba comunque scendere in campo per garantire perlomeno un punto di riferimento e un sistema di gioco ortodosso.

Dybala, rigore fallito e nuovo stop

La serata di San Siro ha segnato anche il momento più difficile della stagione di Paulo Dybala. Maignan lo ha prima innervosito, poi ha respinto il suo rigore al 79’. Il peggio è arrivato subito dopo: un dolore improvviso al flessore della coscia sinistra. È il segnale di un affaticamento fisico evidente, figlio dei tanti impegni e del ruolo sempre più centrale che Dybala ricopre nel progetto di Gasperini. L’argentino è indiscutibilmente il faro tecnico della squadra, ma quando non è al massimo, e accade piuttosto spesso, la Roma perde imprevedibilità e incisività. Il suo rendimento altalenante, unito alle continue noie muscolari, (ri)apre una riflessione profonda: può la Roma dipendere (e pagare) così tanto da un giocatore fisicamente fragile?

San Siro, una lezione da imparare

Il ko contro il Milan non è solo una battuta d’arresto, ma una lezione. I giallorossi hanno dimostrato di dominare le partite sul piano del gioco, ma la mancanza di concretezza e di equilibrio resta un limite strutturale. Gasperini ha fatto un ottimo lavoro, con il materiale umano a disposizione: ha costruito una squadra coraggiosa, capace di imporre ritmo e pressione, ma gli serve più lucidità nelle scelte offensive e maggiore cinismo nei momenti chiave. La Roma scivola dalla vetta, dove nessuno gli ha mai chiesto di essere, ma dal ko di Milano dovrà trarre l’insegnamento più importante: il bel gioco non basta se non si trasforma in punti. Se la Roma vuole davvero competere ad alti livelli deve vincere anche quando non domina. E per riuscirci, Gasperini merita una mano dal mercato.

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