Il furto a CR7 e la lite con Mou: come nacque il Ramos rigorista

Ha deciso l’ultimo Clásico e in sostanza anche la scorsa Liga grazie alla sua freddezza dal dischetto: Sergio Ramos, difensore goleador per definizione dei nostri tempi. Eccellenza mondiale del terzo tempo e del colpo di testa, ma anche dagli undici metri. Perché per renderlo uno dei difensori più prolifici della storia del calcio, il primo del Real Madrid e della storia della Liga, è servito anche diventare uno specialista dei calci di rigore.

Ma come nasce la sua carriera dal dischetto? Una storia tutta madridista, perché per quanto siamo ormai abituati a vederlo lucidissimo a tu per tu con il portiere, in carriera non ha mai tirato un rigore con la maglia del Siviglia. Il suo curriculum da rigorista inizia infatti a Madrid nel 2010/11 in una partita contro l’Athletic Bilbao al Bernabéu, dopo un fallo di Susaeta su Di María in area, sanzionato dall’arbitro Undiano Mallenco.

Il rigorista era Cristiano Ronaldo, appena diventato CR7 da CR9 vista la partenza di Raúl direzione Schalke, e il suo vice Xabi Alonso. Erano entrambi in campo eppure dal dischetto andò Sergio Ramos: tiro fortissimo a incrociare, imparabile. Fu la sua prima rete in carriera su rigore, per il 3-1 in favore delle Merengues. Mourinho, squalificato e sostituito in panchina dal suo vice Karanka, chiese spiegazioni gridando dalle tribune, ma alla fine nessuno seppe opporsi alla volontà di Ramos.

Avevo fiducia e voglia di segnare, Mourinho si è solo sorpreso, non era arrabbiato” aveva detto poi a fine partita. Prima tappa di un’incredibile storia all’insegna dei calci di rigore, abilità che però Sergio Ramos ha dovuto raffinare con il tempo. Oggi lo vediamo come un grande specialista, forse il miglior rigorista al mondo tanto da far registrare una striscia lunghissima di realizzazioni consecutive tra Real e Spagna, ma in realtà i suoi inizi furono seriamente complicati.

Nei suoi primi otto tentativi dal dischetto ci furono addirittura tre errori, peraltro anche in partite importanti: il secondo rigore in carriera ad esempio è quello spedito sugli spalti del Bernabéu nella semifinale di Champions del 2012 contro il Bayern, decisivo per l’eliminazione della sua squadra nell’edizione poi vinta dal Chelsea. Poi ci fu l’errore in finale di Confederations Cup nel 2013, anche se inutile visto che il risultato era già di 3-0 in favore del Brasile; così come inutile fu l’errore contro la Croazia a Euro 2016 contro Subasic, unico portiere che gli ha parato un rigore in carriera, ma che non impedì la qualificazione della Spagna agli ottavi di finale del torneo.

Oggi è l’emblema del rigorista perfetto: tira da ogni lato, segna in ogni modo. Dal rasoterra al cucchiaio, dal tiro all’incrocio al piazzato: Sergio Ramos l’infallibile, soprattutto nei momenti chiave. Personalità e responsabilità cresciute esponenzialmente nel tempo, grazie al coraggio di rubare un rigore a Cristiano Ronaldo per cominciare a scrivere la propria storia.

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