
Cristian Chivu | ANSA / ROBERTO BREGANI - Footbola.it
L’Inter di Chivu a Los Angeles, nerazzurri pronti all’esordio contro il Monterrey: il debutto è fissato nella notte italiana tra il 17 e il 18 giugno
L’Inter ha ufficialmente dato il via alla sua avventura nel Mondiale per Club, con la partenza da Malpensa verso gli Stati Uniti. Un viaggio che sa di sfida e ambizione, con Cristian Chivu al timone della nave nerazzurra, pronto a dimostrare le sue qualità da allenatore su un palcoscenico internazionale di primo piano. L’obiettivo? Non solo onorare la maglia, ma far sentire il peso del blasone italiano in un torneo che si fa sempre più competitivo.
Nerazzurri in missione: esordio cruciale contro il Monterrey
L’Inter si è imbarcata questa mattina alla volta di Los Angeles, destinazione Ucla per la preparazione pre-torneo. Il debutto è fissato nella notte italiana tra il 17 e il 18 giugno al leggendario Rose Bowl di Pasadena, dove i nerazzurri affronteranno il temibile Monterrey messicano. Una squadra che, nonostante non sia tra le più blasonate a livello globale, ha dimostrato solidità e organizzazione, e che non regalerà nulla a una squadra italiana reduce da una stagione complicata ma ricca di ambizioni. La scelta di Chivu di convocare una rosa con diversi giocatori chiave, tra cui il nuovo arrivato Petar Sučić, centrocampista bosniaco naturalizzato croato, insieme ai vari nazionali italiani appena rientrati dagli impegni in azzurro, sottolinea la volontà di presentarsi con una squadra competitiva, anche se non al completo al 100%, visto l’arrivo scaglionato di alcuni elementi come Luis Henrique direttamente negli States.
Da Los Angeles a Seattle: calendario fitto e avversari di peso
Dopo la prima partita, l’Inter si sposterà a Seattle, dove si allenerà negli impianti dei Seattle Seahawks e si preparerà a sfidare due squadre che rappresentano vere e proprie istituzioni nei rispettivi continenti. Il 21 giugno al Lumen Field è in programma la sfida con gli Urawa Red Diamonds, detentori del titolo giapponese e avversari noti per la loro tecnica e disciplina tattica. Una gara che metterà alla prova la capacità di Chivu di adattare la squadra a stili di gioco molto diversi da quelli europei.
Infine, nella notte italiana del 25-26 giugno, l’Inter affronterà il colosso sudamericano e nello specifico argentino del River Plate, una delle squadre più prestigiose del continente, capace di esaltare il pubblico con il suo calcio grintoso e spettacolare. La presenza in rosa di giovani promettenti come Valentin Carboni e calciatori rientrati dai prestiti, come i fratelli Pio e Sebastiano Esposito, aggiunge un mix interessante di freschezza e voglia di dimostrare il proprio valore.
Chivu e la nuova Inter: una sfida più grande della somma dei singoli
L’arrivo di Cristian Chivu sulla panchina nerazzurra rappresenta un punto di svolta. Ex difensore di caratura internazionale, il tecnico rumeno si trova davanti una squadra in fase di ricostruzione, ma con un potenziale tecnico e tattico non indifferente. Il fatto che la squadra si presenti al Mondiale per Club senza tutti i big a disposizione, con alcuni giocatori ancora impegnati con le nazionali, è un segnale chiaro: la competizione sarà una palestra preziosa per valutare la profondità della rosa e l’abilità di Chivu nel gestire situazioni di pressione ed emergenza. La presenza dello staff dirigenziale, con il presidente nonché amministratore delegato Sport Giuseppe ‘Beppe’ Marotta e il direttore sportivo Piero Ausilio, testimonia l’importanza strategica che il club attribuisce a questa competizione.
Il Mondiale per Club, nonostante in questa formula rappresenti un’assoluta novità nel campo del calcio internazionale, può essere in qualche modo paragonato alla Coppa Intercontinentale (alla quale però è prevista la partecipazione di molte meno squadre e di conseguenza anche molte meno partite, ndr) che non è mai stata una competizione semplice per le squadre europee, le quali spesso sottovalutano il livello degli avversari extraeuropei. L’Inter, però, ha tutte le carte in regola per invertire questa tendenza e dimostrare che il calcio italiano può ancora dettare legge anche fuori dai confini continentali. A patto che la squadra nerazzurra scenda in campo con la giusta mentalità, quella che serve per vincere e non solo per partecipare.
E questo dovrà avvenire anche per archiviare in qualche modo la sonora e cocente delusione maturata lo scorso 31 maggio all’Allianz Arena di Monaco di Baviera nella finale di Champions League persa 5-0 contro il Paris Saint-Germain (Psg). Débâcle che i tifosi nerazzurri faticano ancora a digerire.