
Italia, Luciano Spalletti
Italia, peggio di così era difficile. La nazionale di Luciano Spalletti tocca il fondo e lo raschia ancora un po’: 0-3 pesantissimo a Oslo che complica maledettamente la qualificazione al prossimo mondiale. Il passaggio diretto alla fase finale è già una chimera: la realtà, amarissima, è che gli azzurri dovranno sudarsi anche il secondo posto nel girone e poi giocarsi il “pass” per Canada, Usa e Messico ai play off. Un dramma sportivo
Italia, che guaio: primo posto compromesso
Al netto della prestazione, che è sotto gli occhi di tutti e si commenta quasi da sola, il problema risiede nel passivo maturato. C’è modo e modo di perdere, l’Italia ha scelto il peggiore, compromettendo in modo quasi irreversibile il cammino verso il Mondiale. La Norvegia guida il girone con nove punti di vantaggio e, nella migliore delle ipotesi per Spalletti, la inseguirà al secondo posto. Legittimo pensare, anche se da questa nazionale è lecito attendersi di tutto, che i confronti con Moldova, Israele ed Estonia non spostino gli equilibri né da una parte né dall’altra. Non è una ipotesi peregrina che la sfida alla Norvegia, veda gli azzurri costretti a recuperare tre punti e, soprattutto, tre gol superare la diretta concorrente.
Spalletti, un CT in discussione
Al netto delle prospettive, occorre analizzare anche la situazione tecnica che lascia in eredità una enorme amarezza e un ct in discussione. La nazionale non aveva mai perso a Oslo ed è riuscita a ritoccare questo record con una prestazione imbarazzante. L’alibi degli infortuni, di fronte a un ko del genere, regge sino a un certo punto. Lo 0-3 colpisce e fa male, ma ancora più dei tre gol, la passività e la rassegnazione mostrata da una squadra disunita. Premesse che mettono in discussione la posizione di Luciano Spalletti, straordinario allenatore che forse non è ancora riuscito a calarsi nel ruolo da CT. Due ruoli completamente diversi. E quello di selezionatore, sinora, non è stato aderente alle caratteristiche del tecnico toscano.
Una nazionale in frantumi
La sensazione è che la nazionale sia andata in frantumi. Cadere e farsi così male potrebbe essere terapeutico per un gruppo che fatica maledettamente a unirsi dal quell’europeo 2021. Alla luce dei fatti, una impresa straordinaria, irripetibile e, alla luce dei fatti, anche sopravvalutata. Gravina ne è consapevole: la FIGC non può né deve, pensare di vivere di rendita e forse più do qualcuno dovrebbe mettersi perlomeno in discussione. Giancarlo Abete, ha lasciato, insieme al Ct Prandelli, dopo l’eliminazione nel mondiale brasiliano del 2014. Carlo Tavecchio, ci ha messo un po’ di più ma ha comunque lasciato l’incarico dopo la prima qualificazione mancata, nel 2017, contro la Svezia. Una Italia così brutta non si vedeva da anni, ed è davvero troppo brutta per essere vera.