Racing: l’anno di Oscar Romero

Nel complicato inizio di stagione del Racing emergono due sole certezze: i gol di Gustavo Bou e l’esplosione di Oscar Romero.

Il Colorado Sava ha provato a costruire un progetto vincente qui all’Academia dopo aver mostrato con il suo Quilmes un calcio tra i migliori di tutta l’Argentina. La squadra però non sta rispondendo a dovere e dimostra eccessive lacune soprattutto nella parte centrale del campo dove i troppi buchi favoriscono la velocità di squadra sulla carta meno attrezzate come Puebla, Atletico Tucuman e San Martin che in campo hanno fatto sicuramente una migliore figura.

Come detto i trascinatori sono Bou e Romero: ma mentre le gesta dell’attaccante ex River Plate già facevano la differenza un anno fa sotto la gestione Cocca, la grande crescita del Mellizo è un fattore quasi totalmente nuovo.

Non sempre titolare quando sulla panchina dell’Academia sedeva l’uomo dell’ultimo titolo: apparizioni discontinue e mai totalmente convincenti se non in alcuni sprazzi in cui il suo talento lo faceva uscire dall’anonimato. Oggi però Romero è un giocatore diverso, molto più conscio delle proprie potenzialità e tremendamente decisivo in questo nuovo Racing.

Già nella gara d’esordio contro il Tucuman si erano viste giocate di pura classe ma la partita di ieri contro il San Martin de San Juan ha evidenziato esponenzialmente il suo spessore sia con il golazo da 30 metri, sia con un tocco di palla ritmato che toglie il respiro.

Il perché del boom di Romero

Il suo ruolo naturale è ovviamente quello del trequartista, posizione congeniale anche al suo gemello Angel che sa muoversi altrettanto bene tra le linee palla al piede. Sava però lo ha ridisegnato come esterno nel suo 4-4-2, una sorta di regista di fascia che puntando l’uomo da un’altra angolazione ha soluzioni differenti. Romero non è eccessivamente veloce ma i suoi dribbling di pura tecnica risultano letali anche da fermo e questo sta facendo la differenza nel momento di assestameto del Racing. Un giocatore dal baricentro basso come il paraguayano in questa posizione ha più facilità di cambiare direzione e la sua abilità nell’andare nell’uno contro uno sia in surplass che in velocità lo rendono più che adatto a questo sistema di gioco.

Le prospettive per questa stagione

Dopo un avvio del genere è lecito aspettarsi un 2016 di altissimo profilo da parte sua. Inquadrato il contesto dove può emergere la sua figura bisogna fare il punto su che tipo di annata aspettarsi da lui in questo Racing: Romero vuole essere il trascinatore di una squadra impegnata in più fronti che sogna il gran traguardo in Copa Libertadores. Un girone molto complicato (con Boca Juniors, Bolivar e Depotivo Cali) richiede grande applicazione ma può trasformrsi in una importante vetrina per dimostrare al mondo chi si realmente Oscar Romero.

Infine non va sottovalutato che questo semestre ci conduce alla Copa America Centenario: in una nazionale da svecchiare come il Paraguay di Ramon Diaz il suo profilo può rappresentare a pieno il processo di rinnovamento già iniziato con l’inserimento di Derlis Gonzalez, autentica stella dell’Albirroja.

Un grande avvio per una stagione che può cambiare la sua carriera, Oscar Romero è arrivato al momento della verità ed è pronto a trascinare il Racing.

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