Milan, rivoluzione di gennaio che sconfessa il mercato e le scelte di sei mesi fa. I rossoneri hanno cambiato allenatore ed elementi chiavi della rosa. Tre, i “pesi massimi” inseriti. Walker, Gimenez, Joao Felix, evidentemente con un minimo comune denominatore. Sono tutte indicazioni e necessità di Sergio Conceiçao che aveva bisogno di calciatori di esperienza internazionale e di un attaccante forte fisicamente e in grado di finalizzare il gioco.
Joao Felix e il Milan, una scelta sensata
Joao Felix conclude con il “botto” una sessione pirotecnica. Milano potrebbe essere la piazza giusta, nonché l’ultima grande possibilità, per un calciatore che prometteva di essere uno dei migliori della sua generazione prima di immalinconirsi e impantanarsi all’Atletico Madrid e al Chelsea. Il Milan, dopo le disavventure in Spagna e in Inghilterra, appare una scelta sensata per rilanciarsi provando anche in Champions League. Joao Felix troverà un ambiente familiare, un allenatore portoghese e la ragionevole certezza di un posto da titolare. Condizioni ideali per un giocatore di 25 anni, rimasto nell’alveo e poi iscrittosi di diritto nella categoria dei “vorrei ma non posso”.
Rivoluzione figlia di errori
Joao Felix è la ciliegina su una torta confezionata in tempi da record. Il Milan affidato a Conceiçao è una squadra ribaltata che lascia in eredità la sensazione di un club che ha ammesso i propri errori ed ha provato a correre ai ripari anticipando operazioni previste a giugno per non rischiare di ritrovarsi, la prossima estate, fuori dall’Europa che conta. Chiusa la finestra di mercato, resta una Milan quasi nuovo di zecca. Allenatore compreso. Dopo lifting e restyling, toccherà a Conceiçao incastrare i tasselli. L’unica certezza, per adesso, è un campionato di rincorsa. Operazione che si può concludere tagliando il traguardo lasciandosi alle spalle almeno quindici squadre solamente con un elemento impossibile da acquistare. La continuità di rendimento
Conceicao, spalle al muro
Il dado è stato tratto. E paradossalmente Conceiçao si è messo con le spalle al muro. Il tecnico portoghese, sinora più motivatore che allenatore, è stato accontentato nelle sue richieste, ma ha pochissimo tempo, come fra l’altro gli è sempre accaduto sinora nella sua esperienza rossonera, per mettere insieme i nuovi arrivati, trovare un’idea definitiva di gioco e uomini e perseguirla senza affidarsi a pali, traverse, miracoli, proclami, risse sfiorate, imprevisti e probabilità che hanno portato in dote sì un trofeo, ma anche palesi difficoltà in campionato e in Europa. Il suo Milan, sinora, è stato avventuroso, più che riconoscibile, mentre i primi veri esami sono alle porte e da non sbagliare. Il quarto di finale con la Roma in Coppa Italia e i play off in Champions contro il Feyenoord sono impegni complicati ma tutto sommato alla portata dei rossoneri e diranno molto se non tutto sulla bontà delle scelte effettuate sul mercato.