Non c’è squadra che tenga, il River nelle sfide a eliminazione diretta vince contro tutti. La Recopa Sudamericana è il decimo successo dell’era Gallardo, la più vincente della storia del club, quella che ha riscritto in maniera netta l’esistenza di una squadra di grande blasone.
Dieci titoli, tutti arrivati in tornei a eliminazione diretta: la preparazione tattica e psicologica delle sfide, andata e ritorno o botta secca che siano, da parte di Gallardo è ormai qualcosa da studiare per la sua incredibile quantità di successi.
E anche per le modalità di questi successi, soprattutto perché arrivati nelle maniere più differenti. Il suo River è una squadra che sa dominare le partite sì, ma ha come forza principale quella di saper anche perdere e reagire alla sconfitta. Gli è successo più volte con le brasiliane in Libertadores, lo ha fatto per 3 volte con il Boca nella finale tra la Bombonera e il Bernabéu, lo ha ripetuto contro l’Atlético Paranaense.
I Millonarios non cedono mai e credono sempre nella rimonta. Questo dimostra il perché la squadra sia praticamente imbattibile nei confronti a eliminazione diretta, al contrario di quanto accade in campionato.
Già, il campionato, unico vero buco nella bacheca di Gallardo. Teoricamente, assieme a un complicatissimo Mondiale per Club, ci sarebbe anche la Copa de la Superliga a mancare all’appello ma trattandosi di una coppa che ancora deve completare la sua unica edizione, è difficile darle il rilievo degli altri trofei.
Il successo in patria manca dal 2014, l’anno in cui il River Plate vinse con Ramón Díaz in panchina. Proprio el Pelado è stato superato nel numero totale di trofei da Galalrdo, per un risultato di 10-9 in favore del Muñeco. O meglio, Napoleón, come viene chiamato adesso.
Gli manca quella vittoria in campionato, ma guardando bene la sua preparazione delle partite non è così strana come coincidenza. Gallardo è meticoloso nel preparare le sfide decisive, sa lavorare bene con i doppi confronti e per questo conosce il valore del pareggio o della sconfitta di misura. Passi falsi che in un torneo di tante giornate fin qui sono stati pagati caro, ma che rappresentano l’ultimo scoglio di una gestione che può ritenersi perfetta a prescindere dal fatto che riesca o meno a far tornare il River campione d’Argentina, visto che l’ha reso campione di tutto il resto.