
Luciano Spalletti e Igor Tudor Immagine | Ansa
La sconfitta per 5-2 subita al Manchester City ha riportato la Juventus e Tudor con i piedi per terra, e addirittura a farla già tremare sotto i piedi dell’allenatore croato. È solo un torneo estivo ma il ko, anche per come è maturato, ha (ri)sollevato dei dubbi sulla gestione di un tecnico che vede già allungarsi l’ombra di Luciano Spalletti.
Juventus, una fragilità di base
Il City è tornato quello che si conosceva, complice anche un club che ha riaperto i cordoni della borsa dilatando la forbice che già la separava dalla Juventus. In campo si è vista tutta la differenza fra un progetto tecnico già incanalato sui binari, seppur con interpreti differenti, e un lavoro iniziato solo poche settimane fa. Ad allarmare è l’inferiorità tecnica e l’atteggiamento di una squadra sembrata in balia di un avversario anche dal punto di vista della personalità. La Juventus ha dato la sensazione di avere una fragilità di base, oltre che una rosa incompleta per reggere il confronto con le big d’Europa. Resta da capire se il mercato colmerà le lacune per essere protagonisti perlomeno in Italia. E quale sarà il destino di Tudor, già in discussione.
L’ombra di Spalletti sulla panchina di Tudor
Il calcio è materia fluida e basta poco per cambiare scenari e prospettive. Al momento della conferma di Tudor, nessuno poteva immaginare il crollo della nazionale a Oslo e l’allontanamento dell’ex commissario tecnico. Con i se e i ma non si scrive la storia, ma non è utopico immaginare con uno Spalletti già libero prima del rinnovo di Tudor uno scenario diverso. Dunque stupisce chi si stupisce dell’ombra dell’allenatore toscano sulla panchina bianconera anche se appare perlomeno ingeneroso condannare Tudor per una sconfitta. La sua posizione tuttavia, potrebbe ulteriormente indebolirsi dopo l’ottavo di finale con il Real Madrid che assume i contorni di un piccolo crocevia per il futuro bianconero.
Le prospettive: urgono rinforzi e chiarezza
Con o senza Tudor, con o senza Spalletti, appare comunque necessaria una rifondazione. Il rientro di Bremer probabilmente sistemerà il pacchetto arretrato, ma resta una rosa incompleta e cin diversi calciatori depauperati tecnicamente ed economicamente, dunque da rivalutare. Affidarsi all’ex commissario tecnico non è in assoluto discutibile. Nessuno come Spalletti è in grado di trarre il massimo dai calciatori colmando le lacune tecniche con la solidità dell’impianto di gioco. Oltre al ritorno del brasiliano, serve anche chiarezza nelle scelte . Se davvero la Juventus vuole affidarsi a Spalletti, è meglio che si muova immediatamente. Anche perché con l’avvento del nuovo tecnico anche mercato, scelte e prospettive cambierebbero radicalmente.