
Hansi Flick allenatore del Barcellona Immagine | Ansa
Hansi(a) Flick. Il Barcellona è riuscito in una doppia impresa: recuperare due volte una situazione di svantaggio e non riuscire a vincere una partita in casa nonostante tre gol. La sfida del Montjuic avrebbe dovuto indirizzare la qualificazione invece non è stata sufficiente per portarsi in vantaggio in vista della sfida di ritorno.
Il punto debole del Barcellona: la linea troppo alta
Ancora una volta è emerso il punto debole del Barcellona. In primis, una linea difensiva alta e spericolata, nonché particolarmente incline a farsi sorprendere alle spalle dai tagli degli esterni offensivi. Basti osservare come sia arrivato il primo gol dell’Inter e quanti rischi abbia corso il Barça in fase di non possesso e lasciando 40 metri di campo alle proprie spalle a frecce acuminatissime come Dimarco e Dumfries e ad attaccanti abilissimi nello smistare il gioco come Lautaro e Thuram. Risultato: la sensazione è che gestendo con maggiore calma le transizioni, i nerazzurri potessero andare in porta praticamente indisturbati. Basti osservare, del resto, il primo gol, arrivato dopo trenta secondi, su un cross di Dumfries e tacco di Thuram. Tutto molto bello, ma inaccettabile a livelli del genere.
Flick e i calci piazzati: un problema enorme
Il secondo e il terzo gol dell’Inter fanno emergere l’altro grande limite che si può tradurre in un problema ancora insoluto. Il Barcellona è in enorme difficoltà nella gestione delle palle inattive: in occasione del secondo gol dell’Inter, Dumfries sfrutta una spizzata di Acerbi prendendosi anche la licenza della semirovesciata. Il gol del momentaneo 2-3 si commenta da solo. Augusto, non esattamente un corazziere, salta in mezzo all’area di rigore pressoché indisturbato. È già successo con il Real Madrid , con il Betis , con il Dortmund in Germania e ora con l’Inter. Flick aveva già avvisato i suoi giocatori ma evidentemente le raccomandazioni non sono servite o non sono stare recepite.
Il punto di forza: l’attacco e gli attaccanti
Il Barcellona nasconde benissimi i propri difetti perché i giocatori davvero capaci di spostare gli equilibri giocano negli ultimi 30 metri di campo. Un ruolo fondamentale è quello di Lewandowski, che con i suoi movimenti e la sua tecnica è in grado di esaltare ed esaltarsi in coppia con quel demone calcistico di Lamine Yamal. Senza il polacco, Flick si è inventato la soluzione Ferran Torres, adattato a falso nueve. Il ragazzo ha ripagato la fiducia con 19 gol stagionali ma non può considerarsi un titolare fisso e non lo sarà quando Lewandowski tornerà al suo posto ma anche senza Lewa, occhio a un ragazzo capace di rispondere sempre presente: nelle ultime 11 partite del Barcellona ha segnato 7 gol.