
Il presidente dell'Inter, Giuseppe "Beppe" Marotta | ANSA/MICHELE MARAVIGLIA - Footbola.it
Seconda finale in tre anni per l’Inter di Simone Inzaghi in Champions League. In attesa di conoscere l’avversario, le statistiche parlano di una squadra anziana ma mai così affamata. Anche se la cabala non sorride al suo presidente…
La stagione calcistica 2024-2025sta segnando un momento di grande riscatto europeo per l’Inter, che è riuscita a raggiungere la sua seconda finale di Champions League in tre anni. Questo straordinario traguardo è il risultato di un lavoro meticoloso e appassionato da parte del tecnico Simone Inzaghi, capace di motivare i suoi giocatori a superare la delusione della finale di Istanbul nel 2023, dove i nerazzurri furono sconfitti dal Manchester City. La voglia di rivincita è palpabile tra i calciatori, che hanno dimostrato di avere il carattere e la determinazione necessari per affrontare una competizione così prestigiosa.
Il gioco solido dell’Inter
Inzaghi ha costruito una squadra affiatata, che gioca un calcio solido in cui le ripartenze risultano efficaci. La sua abilità nella gestione delle risorse e la lettura delle partite hanno permesso all’Inter di superare avversari temibili e conquistare il pass per la finale. L’entusiasmo dei tifosi è alle stelle, e le speranze di un trionfo europeo si fanno sempre più concrete. I giocatori, spinti dal desiderio di riscatto e dalla volontà di scrivere una nuova pagina della storia del club, si preparano a dare il massimo in un’occasione così importante.
La dirigenza e le sfide economiche
Tuttavia, il contesto che circonda il club è complesso. La dirigenza dell’Inter ha vissuto momenti di grande incertezza, specialmente con l’uscita di scena della famiglia Zhang e il ritorno della proprietà Oaktree, che ha portato a una ristrutturazione interna necessaria per garantire la stabilità economica del club. In questo scenario, Giuseppe Marotta ha svolto un ruolo cruciale. Considerato uno dei dirigenti più abili del panorama calcistico italiano, Marotta ha guidato l’Inter a competere ai massimi livelli, vincendo lo Scudetto nella stagione 2022-2023 e contribuendo ad attrarre giocatori funzionali al progetto che hanno elevato la qualità della squadra.
La pressione delle finali
Nonostante i successi ottenuti, si profila un’ombra inquietante. Infatti, analizzando i risultati di Marotta nelle finali di Champions League, emerge un dato preoccupante: le tre finali disputate da dirigente, due con la Juventus e una con l’Inter, si sono tutte concluse in modo negativo. Questo ruolino di marcia solleva interrogativi su quanto possa influenzare le ambizioni dell’Inter nella finale di quest’anno. La pressione di dover vincere il trofeo più prestigioso d’Europa potrebbe farsi sentire, non solo sui giocatori, ma anche sulla dirigenza stessa.
E’ ovvio, le finale è meglio giocarle che restare a guardarle, ma se è vero che spesso i media sono pronti ad analizzare le statistiche di calciatori e allenatori (un esempio è Vincenzo Italiano, che dopo le tre finali perse a Firenze ci riproverà il 14 maggio in Coppa Italia con il suo Bologna), in questo caso viene spontaneo mettere sotto la lente di ingrandimento l’andamento dello stesso Marotta.
A differenza del passato, tuttavia, l’Inter può guardare con maggior ottimismo alla finale di Monaco di quest’anno: sia con il City nel 2023 che in bianconero contro Barcellona e Real Madrid, le squadre di Marotta hanno sempre affrontato avversari strafavoriti. Cosa che in questa edizione non accadrà, indipendentemente dall’avversario: l’Inter si presenterà all’Allianz Arena, infatti, dopo aver fatto fuori Bayern e Barcellona, due super-accreditate per la vittoria finale, oltre ad avere un organico esperto, che una finale già l’ha affrontata e che, forse tema cruciale, è chiamato all’ultimo ballo per molti elementi che lo compongono. E con un presidente che mai come ora ha fame di alzarla, quella coppa.