
Claudio Ranieri allenatore della Roma Immagine | Ansa
Un risultato non a caso. 1-0. La Roma di Claudio Ranieri piega la Fiorentina e prosegue la sua rincorsa verso l’Europa che conta, con una impronta chiarissima. È la squadra che ha vinto più volte per 1-0 nei maggiori cinque campionati europei nella stagione 2024/25: per la precisione nove volte, otto delle quali con Claudio Ranieri in panchina.
Claudio Ranieri, il pragmatismo e gli equilibri
Il senso del gioco del calcio è di segnare un gol in più dell’avversario. Claudio Ranieri ci riesce spesso senza subire gol e con uno di scarto, restituendo dignità al concetto della praticità e del pragmatismo, con buona pace dei giochisti. Il tecnico testaccino, sta costruendo un piccolo miracolo sportivo. I numeri non possono mentire né si possono trascurare. Il cammino è stato straordinario, al netto di quale sarà la destinazione finale. Diciannove risultati utili consecutivi, quattrodici vittorie e cinque pareggi. Ranieri, in questo percorso, ha anche infranto diversi tabù: ha trovato continuità di rendimento, ha vinto contro tutte le cosiddette piccole e negli scontri diretti, vero tallone d’Achille della squadra, ha spostato gli equilibri.
Il peso specifico della Roma: la risposta è nei numeri
Oltre a mantenere l’imbattibilità, considerando il numero di partite, per un girone di campionato intero, la Roma, quando è stata chiamata a cambiare marcia e a mettersi in piedi sui pedali per pedalare in salita, ha totalizzato dieci punti fra Juventus, Lazio, Inter e Fiorentina. Una risposta eloquente su quale sia il “peso” specifico della squadra al netto delle vittorie nelle “partite facili”. Fra l’altro, nessuno come Ranieri è riuscito a tesaurizzare le opportunità offerte dal calendario. Anche le sette vittorie consecutive contro le cosiddette “piccole” assumono un valore enorme considerato che tutte le dirette concorrenti, a turno, hanno perso punti preziosi contro avversarie teoricamente alla portata.
Dovbyk, l’attaccante che non si vede ma si sente
Un capitolo a parte merita anche Dovbyk: un attaccante che si vede poco e gioca spesso anche male, ma che si fa trovare pronto all’interno degli ultimi sedici metri dove evidentemente si trova molto più a suo agio rispetto ad altre zone del campo. Dodici gol e tre assist in campionato, decisivo contro Udinese, Como, Cagliari, Lecce, Fiorentina. Quindici punti su 63, quasi il 25%, sono tutti suoi. Pregi e difetti sono ormai evidenti. L’attaccante ucraino non è un uomo squadra né fa reparto da solo, ma è un buon finalizzatore. Dunque sarà la Roma a decidere se costruire, nel futuro, una squadra intorno a lui oppure puntare su un centravanti dalle caratteristiche diverse lasciando in rosa un attaccante che comunque la porta la vede, eccome.