
Theo Hernandez Immagine | Ansa
Theo Hernandez ha il foglio di via in mano. Difficile, quasi impossibile rifiutare un contratto da 20 milioni di euro l’anno che priva il Milan di un altro tassello della squadra capace solo tre anni, non un decennio fa, di vincere lo scudetto.
Uno smantellamento: Theo Hernandez e i 7 superstiti
Una rosa smantellata. Con Theo Hernandez ai saluti, sono rimasti al Milan appena sette calciatori saliti sul tetto della Serie A nel 2021/2022 vincendo un appassionante testa a testa contro l’Inter di Simone Inzaghi. A parte l’allenatore artefice di quel successo, Stefano Pioli, hanno lasciato anche dei protagonisti come Calabria, Kalulu, Kessie, Tonali, Romagnoli, Kjaer e Ibrahimovic che ha lasciato il calcio ed è rimasto come dirigente, seppur la posizione sia meno solida rispetto al passato. In rosa resistono Maignan, Florenzi, Saelemaekers, Bennacer, Lazetic, Leao e Gabbia. Tutti, esclusi il centrale difensivo, con la valigia potenzialmente in mano. Un vero e proprio smantellamento, partito dall’apice con l’addio di Maldini, Massara e Boban.
La convinzione di Ibra, lo scetticismo dell’ambiente
Ibrahimovic è convinto che il Milan costruito in questi mesi abbia più possibilità di vincere rispetto alla squadra che lo ha visto protagonista della conquista del diciannovesimo scudetto. Lo svedese ritiene che la rosa a disposizione di mister Allegri sia più qualitativa, ma, visti i risultati ottenuti nella ultima stagione, anche secondo l’ambiente ancora ostile, è un po’ complicato sostenere quella tesi. E non ha tutti i torti. In quel Milan Theo Hernandez e Leao erano centrati e volitivi. Il centrocampo Kessie, Tonali Bennacer aveva pochi eguali in serie A e si parla comunque di una squadra che in 24 mesi è stata capace di vincere in Italia e arrivare a giocarsi una semifinale di Champions League.
Le prospettive con Allegri
Ibrahimovic ha però ancora la possibilità della controprova. . Allegri ha un’esperienza e un peso specifico diverso, nonché un calcio che si adatta agli interpreti senza pretendere di imporre alcun tipo di filosofia, se non quella del risultato pieno. L’idea, neanche troppo sottaciuta, è di ripetere la scalata del Napoli di Antonio Conte, giovandosi della possibilità di giocare una sola partita a settimana. Quella squadra, però, era collaudata ed aveva vinto lo scudetto due anni prima. Il Milan, a differenza dei Campioni d’Italia capaci di aprire un ciclo, invece deve ripartire quasi da zero e la sensazione è che chiedere lo scudetto ad Allegri sia una richiesta eccessiva rispetto alle possibilità del Milan e alla concorrenza.