
Dusan Vlahovic Immagine | Ansa
Juventus e Vlahovic, una storia tormentata. L’attaccante ha trovato la via del gol nella sfida contro il Wydad su calcio di rigore, ma la realizzazione dal dischetto è solo la punta di un iceberg con diverse sfaccettature e che affonda nell’abisso di una incomprensione latente ma costante.
Vlahovic, un gol che non significa permanenza
Il gol segnato su calcio di rigore, unito a una prestazione comunque caratterizzata da un approccio diverso, meno abulico e avulso rispetto alle ultime settimane, non basta a garantire la permanenza del serbo alla Juventus. Anzi. Al netto di voglia e grinta, elementi che comunque non dovrebbero mai mancare nel bagaglio di un calciatore professionista pagato per scendere in campo e rendere al massimo, il sorriso dopo il gol ha un retrogusto amaro che lascia in eredità l’idea di essere solo un cenno dietro una maschera. Dietro, si cela, ancora e forte, il desiderio di non porre la firma sul contratto di rinnovo e la sensazione che l’attaccante sia più vicino a far parte del passato della Juventus.
La strategia dell’attaccante: forzare la mano
La strategia di Vlahovic è chiara. Forzare la mano. Giocare per la Juventus e per sé stesso, non necessariamente in quest’ordine. L’attaccante è ben consapevole che per ambire a un ingaggio da top player in un campionato che non sia l’Arabia, deve giocare e segnare più possibile e con continuità in maglia bianconera. È l’unico modo per rendersi appetibile quando, nel prossimo giugno, sarà un free agent libero di accettare la corte del migliore offerente. Tradotto in soldoni, perché in fondo di questo si tratta, Vlahovic è a caccia di un ingaggio da un bonifico milionario al mese, strada percorribile solo alla condizione di giocare una grande stagione e che l’acquirente debba accollarsi solo lo stipendio senza il costo del cartellino.
La posizione dello Juventus: scontro inevitabile
La posizione della Juventus è agli antipodi. Il club ha intenzione di vendere l’attaccante, sin da subito. Operazione complicata dalla svalutazione di mercato del giocatore, complice l’annata poco felice della squadra e di chi la ha gestita. A rigor di logica, la Juventus, che ha acquistato Vlahovic dalla Fiorentina per 75 milioni di euro, non può pretendere più di una quarantina di milioni, cifra che comunque garantirebbe l’ammortamento nell’esercizio di bilancio bianconero. L’unica via di uscita è accettare la corte di chi vorrebbe immediatamente acquisire le prestazioni dell’attaccante ed è disposto a pagare la cifra richiesta. Questa, però, è l’idea della Juventus, che collima poco o nulla con il progetto di Vlahovic. Ecco perché lo scontro appare inevitabile.